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Statuto

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giovedì 23 febbraio 2012

Un nuovo strumento urbanistico per la città di Palermo?



Il 20 aprile 2011, la Direzione Regionale Urbanistica ha sollecitato l’Ufficio Tecnico del Comune di Palermo alla redazione di un nuovo strumento urbanistico comunale, in quanto quello vigente risulta ormai scaduto da tempo, poiché l’ultima Variante Generale al PRG della città risale al 2004, approvata con D. Dir. 558 e 124/DRU/02 dell'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana e presa D'atto del Consiglio Comunale delibera n° 7/04. A seguito della determinazione dirigenziale n.44 del 29 settembre 2011, dunque, si è proceduto alla costituzione dell’Ufficio di Piano per la revisione del Piano Regolatore Generale di Palermo. È arrivato il momento per un nuovo strumento urbanistico della città?

Per rispondere a tale quesito bisognerebbe prima considerare che la moderna pianificazione, soprattutto in Sicilia, è ancora in attesa di una legge-quadro sul governo del territorio che si auspica contenga nuovi e chiari principi fondamentali relativi alla pianificazione urbanistica comunale. Oggi la città di Palermo, nella redazione del nuovo strumento urbanistico, dovrebbe prendere come esempio la pianificazione urbana che si è sviluppata in alcune città dell’Emilia Romagna e della Lombardia negli ultimi anni. Innanzitutto dovrebbe fare riferimento al PSC, Piano Strutturale Comunale, uno strumento di pianificazione urbanistica generale che riguarda l’intero territorio comunale. Oltre ad essere di carattere strategico e di lunga durata, questo strumento è teso, non solo alla tutela e all’individuazione delle risorse naturali, ma al riconoscimento delle invarianti territoriali che connotano il contesto. Inoltre, il PSC, è caratterizzato dai principi dello sviluppo sostenibile del territorio e si articola secondo alcune priorità in precisi progetti, previsti dal PO, Piano Operativo
Inoltre, il piano che verrà adottato nei prossimi anni dovrebbe essere caratterizzato da sistemi perequativi e compensativi. In questo caso nelle scelte dello zoning del territorio si riscontrerebbe una forte opportunità, se non addirittura la necessità, di preferire ai fini dell’attuazione del piano modelli perequativi di tipo compensativo, invece di ricorrere a modelli espropriativi di tipo tradizionale. La perequazione*, dunque, dovrebbe essere al centro del nuovo piano di governo del territorio. In tal senso un PRG perequativo è caratterizzato da un’omogenea attribuzione dei diritti edificatori tra i proprietari e dalla possibilità di trasferire i diritti edificatori da un’area all’altra. Il successo di questo strumento è dato dalla combinazione di equità ed efficienza del piano. Il nuovo piano, quindi, è più equo poiché non distingue tra proprietari beneficiari del plus valore e quelli soggetti a procedimento espropriativo, distribuendo la ricchezza in modo più equilibrato rispetto al passato; è più efficiente perché la perequazione consente la restituzione di parte del plus valore alla collettività che ha concorso alla sua formazione.
In sintesi, dunque, il nuovo Piano dovrebbe perseguire gli obiettivi della riqualificazione e della valorizzazione del territorio, secondo principi di sostenibilità ambientale e di perequazione urbanistica, nel rispetto dei criteri di economicità, efficacia e semplificazione dell’azione amministrativa, nel quadro della legislazione vigente. 


Dott. Alfonso Riccio

* La Perequazione è definita come l'attribuzione di un valore edificatorio uniforme a tutte le proprietà che possono concorrere alla trasformazione urbanistica di uno o più ambiti del territorio, prescindendo dall’effettiva localizzazione della capacità edificatoria sulle singole proprietà e dalla imposizione di vincoli di inedificabilità ai fini di dotazione di spazi da riservare alle opere collettive.


Bibliografia: 
G. Campus Venuti F. Oliva (a cura di) Città senza cultura. Intervista sull’urbanistica, Bari,  Laterza, 2010.
L. Casini (a cura di) Perequazione e compensazioni nel nuovo Piano Regolatore Generale di Roma, Perugia, 2007.
G. Colombo, F. Pagano, M. Rossetti (a cura di) Manuale di Urbanistica. Strumenti urbanistici, tecnica, legislazione,procedure e giurisprudenza, Milano, il sole 24 ore, 2008.
S. Gerlandi Diritto dei beni culturali e ambientali. Corso di legislazione dei  beni culturali, Palermo, Palumbo Editore, 2007.
N. G. Leone Elementi della città e dell’urbanistica, Palermo, Palumbo Editore, 2004.
E. Miceli La gestione dei piani urbanistici. Perequazione, accordi, incentivi, Venezia, Marsilio 2011.

Sitografia:

3 commenti:

Marcello ha detto...

Un tema che dovrebbe essere preso fortemente in considerazione nell'ambito della redazione del nuovo PRG di Palermo riguarda l'aspetto del consumo di territorio. In una città come la nostra, caratterizzata da un enorme quantità di volume edificato, i mc costruiti risultano essere più del doppio degli abitanti e numerosi risultano gli alloggi non occupati. I trend demografici non prevedono nessun aumento consistente della popolazione quindi il volume edificato soddisfa ampiamente il fabbisogno edilizio. Inoltre le aree verdi/non edificate, di quella che fu un tempo la Conca d'oro, sono oggi aree a rischio edificazione ed "estinzione".
Il suolo è una risorsa finita, occorre tutelarlo e valorizzarlo, in quanto l'edificazione è un processo difficilmente reversibile. Occorre quindi fermare l'espansione nelle aree libere e intervenire con la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e delle aree dismesse, in modo da procedere, da un lato al recupero di aree degradate e/o abbandonate e dall'altro alla conservazione delle aree libere.

Marcello Blanda

Anonimo ha detto...

Vi invito a partecipare alle prossime visite guidate del Parco Uditore, 11 e 25 Marzo. L'istituzione del parco è un raro esempio di pianificazione dal basso

per info
uparco.org

Anonimo ha detto...

Negli anni 90 il Sindaco Orlando ed i tecnici a lui vicini dell'Ufficio del Piano Regolatore di allora, che a distanza di 20 ci ritroviamo nei medesimi Uffici, hanno creato la categoria del c.d. "verde storico" a loro dire per arrestare l'edificazione in contesti storici.
In realtà in molti di questi luoghi (così classificati per via di un rilievo c.d. OMIRA del 1939) non c'è mai stato nulla di storico tant'è che la soprintendenza non si è neanche sognata di avviare alcun procedimento per apporre vincoli.
Eppure nell'attuale PRG il verde storico è definito come la pertinenza di "edifici storici vincolati dalla soprintendenza" (cfr. Nome di attuazione del P.R.G.)
Stranamente, però, ad alcuni terreni che di fatto risultano "stretta" pertinenza di quei contesti definiti storici nell'attuale PRG è stato attribuito un alto indice di edificabilità e si sta costruendo, da parte di impresari, senza lasciare un mq di verde con estirpazione di vegetazione senza scrupoli.
Scaricate ad esempio la tavola 5004 e, anche da profani, noterete che il verde storico (retino di colore verde nella legenda) non è stato sempre posto a 360° rispetto al preteso bene storico da tutelare ma con criteri assai discutibili.
Quindi, in definitiva, la parte di "pertinenza" degli asseriti contesti storici è divenuta edificabile quella magari lontana è stata classificata a verde storico.
La prima, edificabile, è stata oggetto di speculazione nella seconda non si può piantare neanche un chiodo.
Dall'avvio del PRG attuale sono passati meno di venti anni e dall'approvazione (2002) è trascorso un decennio.
Il TAR a cui è stato fatto il ricorso da parte dei privati spesso non ha ancora fissato le udienze per riconoscere questo palese "travisamento dei fatti" perpetrato dal Comune e, soprattutto, questa disparità di trattamento a danno di onesti lavoratori che attendevano da anni.
I privati hanno solo ottenuto che, come imposto dalla regione, il comune riperimetrasse le aree ammettendo la situazione di fatto, ma le aree riperimetrate verde storico erano e verde storico sono rimaste.
Considerate che l'area su cui sorge il centro "Conca d'Oro" era destinata a verde storico, anche se quell'area non aveva nulla di storico, tant'è che è stata fatta realizzare un opera faraonica.
Quell'area come tante che però appartengono a cittadini che non possono permettersi che costruire un casetta.
Invece, quando finalmente il TAR, dopo un decennio di attesa, potrebbe dare ragione a tanti cittadini che sono stati fortemente penalizzati ecco che si mette mano al PRG per parlare di tutela dell'ambiente e di "perequazione".
Dopo che i costruttori hanno edificato, le aree verdi sono ancora più preziose ed i proprietari "privati cittadini" ancora una volta subiranno l'apposizione di vincoli, non più storici, ma questa volta ambientali o perequativi.
Questa è la nostra città, rectius vostra perché ormai da anni me ne sono andato a vivere altrove.
Buon Lavoro ai soliti urbanisti dell'utopia.....................