..Città in rete è un'associazione culturale che si occupa di indagare gli aspetti territoriali delle città sotto il profilo urbanistico, sociale, economico ed ambientale
sabato 17 dicembre 2011
Policentrismo, definizioni e riflessioni
venerdì 16 dicembre 2011
Concorso internazionale d’idee Parco Tematico Floriopoli, Termini Imerese
Consegna: entro il 30 marzo 2012
Premi: 1° premio: € 50 000,00; 2° premio: € 7 000,00
mercoledì 7 dicembre 2011
Analisi e utilizzo degli spazi pubblici nel Centro Storico di Palermo: il quartiere dell’Olivella
lunedì 5 dicembre 2011
Il GIS come strumento a supporto della Pianificazione Territoriale
lunedì 28 novembre 2011
Beni comuni oltre la crisi
lunedì 21 novembre 2011
La valutazione ambientale
mercoledì 9 novembre 2011
Ambiente urbano e gestione dei rifiuti
Martedì 15 novembre avrà luogo a Palermo il seminario su:
mercoledì 12 ottobre 2011
Prima che sia troppo tardi
sabato 1 ottobre 2011
Sprawl urbano: l'area metropolitana di Palermo come le periferie statunitensi?
giovedì 29 settembre 2011
No smog mobility
mercoledì 21 settembre 2011
Stato della (non) pianificazione in Sicilia
Il Piano Regolatore Generale, com’è noto, è lo strumento urbanistico più importante e regola l'attività edificatoria e le destinazioni d’uso del suolo in un territorio comunale. La Legge n. 1150 del 1942 introduce una pianificazione a vari gradi con estensioni territoriali variabili e attribuisce, per la prima volta, ai Comuni precisi poteri in materia di pianificazione territoriale e urbanistica. Nonostante le successive leggi che integrano e/o modificano la Legge Urbanistica nazionale e l’approvazione della Legge Urbanistica Regionale n. 71 del 1978, il PRG è ancora oggi il principale strumento urbanistico di governo del territorio nella nostra regione. La lettura dello stato della pianificazione comunale in Sicilia ci aiuta a capire il livello in cui versano i Comuni nel processo di pianificazione. L’esame dei dati, aggiornato al 31/12/2009, rivela che su 390 Comuni siciliani il 17,18 % (pari a 67 Comuni) ha ancora in atto uno strumento urbanistico antecedente la Legge Urbanistica del ’78, mentre l’82,82% (323 Comuni) risulta successivo al 1978. Gli strumenti urbanistici presenti nei Comuni siciliani, in realtà, oltre ai PRG, comprendono i Piani Urbanistici Comprensoriali (PUC) e i Programmi di Fabbricazione (PdF), diversi dai primi per quanto concerne obiettivi, contenuti e procedure. I PRG costituiscono circa il 50% degli strumenti urbanistici presenti nei Comuni siciliani e, se consideriamo la durata quinquennale dei vincoli predisposti all’esproprio dei piani, soltanto il 18,78% dei PRG vigenti ha i vincoli non ancora scaduti [Treppiedi, Aluia 2009]. Analizzando il numero annuale dei provvedimenti di approvazione dei PRG, emerge che in media vengono approvati dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (decennio 1999-2009), circa 12 piani all’anno, troppo pochi.
martedì 13 settembre 2011
MedLab: Seminario Regionale Conclusivo
martedì 12 luglio 2011
Legami di memoria: approdi, narrazioni e riscostruzione delle città
lunedì 27 giugno 2011
Progetto Parterre: workshop a Palermo il 28 giugno
giovedì 2 giugno 2011
Il referendum del 12 e 13 giugno
martedì 3 maggio 2011
Forum sociale antimafia "Felicia e Peppino Impastato" 2011
venerdì 22 aprile 2011
Palermo - L'Aquila anno zero
martedì 19 aprile 2011
Il progetto e la realizzazione del parco della memoria a Pizzolungo, Erice
domenica 10 aprile 2011
Visioni e narrazioni tra L'Aquila e il Belice - cineGENERAZIONI precarie
martedì 29 marzo 2011
Pianificazione territoriale: mobilità urbana
domenica 20 febbraio 2011
Riprendiamoci i Cantieri Culturali della Zisa
venerdì 18 febbraio 2011
Pianificazione urbana e territoriale: la questione ambientale
lunedì 14 febbraio 2011
Il ruolo dell'agricoltura sociale nella pianificazione
lunedì 7 febbraio 2011
L'innovazione del Piano
sabato 5 febbraio 2011
La riforma urbanistica ovvero la riforma di cent'anni
venerdì 21 gennaio 2011
PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA: PAESAGGIO E AMBIENTE
venerdì 14 gennaio 2011
Pianificazione e protezione civile
venerdì 7 gennaio 2011
Le competenze del pianificatore territoriale
Le principali competenze in materia di urbanistica e pianificazione del territorio, storicamente legate alla professione di architetto e dell’ingegnere, sono state recentemente attribuite alla figura del pianificatore territoriale, dal DPR 5 giugno 2001, n. 328 recante “Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove per l'esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei relativi ordinamenti”. In particolare tale decreto ha istituito il nuovo Ordine professionale. Tuttavia occorre fare chiarezza sull'attività professionale dei pianificatori.
L’art. 15 del DPR disciplina le sezioni e i titoli professionali nell’albo professionale dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, istituendo le sezioni A e B.
La sezione A e' ripartita nei seguenti settori, a cui spettano i seguenti titoli:
a) architettura, titolo di “architetto”;
b) pianificazione territoriale, titolo di “pianificatore territoriale”;
c) paesaggistica, titolo di “paesaggista”;
d) conservazione dei beni architettonici ed ambientali “conservatore dei beni architettonici ed ambientali”.
La sezione B invece:
a) architettura, titolo di “architetto junior”;
b) pianificazione, titolo di “pianificatore junior”.
L’art. 16 riguarda, anche se in maniera molto generica, le competenze professionali degli iscritti, distinte per le due sezioni.
SEZ. A PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
a) la pianificazione del territorio, del paesaggio, dell'ambiente e della citta';
b) lo svolgimento e il coordinamento di analisi complesse e specialistiche delle strutture urbane, territoriali, paesaggistiche e ambientali, il coordinamento e la gestione di attivita' di valutazione ambientale e di fattibilita' dei piani e dei progetti urbani e territoriali;
c) strategie, politiche e progetti di trasformazione urbana e territoriale.
SEZ. B PIANIFICAZIONE
1) le attivita' basate sull'applicazione delle scienze volte al concorso e alla collaborazione alle attivita' di pianificazione;
2) la costruzione e gestione di sistemi informativi per l'analisi e la gestione della citta' e del territorio;
3) l'analisi, il monitoraggio e la valutazione territoriale ed ambientale;
4) procedure di gestione e di valutazione di atti di pianificazione territoriale e relativi programmi complessi.
Per meglio definire le competenze della professione, riportiamo uno stralcio del profilo professionale riportato sul sito dell’Assurb, Associazone nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali e ambientali:
Il posizionamento delle competenze nei confini classici
In merito alle competenze specifiche, la posizione dell’Assurb è che all’iscritto all’Ordine APPC sia nella Sezione A, Settore «Pianificazione territoriale», che l’iscritto junior nella Sezione B, Settore «Pianificazione», spettano tutte le competenze riguardanti la pianificazione territoriale e urbanistica a tutte le varie scale e nelle varie dizioni che dalla legge urbanistica nazionale del 1942 arrivano sino a quelle delle recenti legge regionali (indipendentemente dalla dizione che gli strumenti assumono in queste realtà), comprese tutte le attività di pianificazione a queste assimilabili in qualsivoglia declinazione effettuate: dal Piano di lottizzazione, al PEEP, al PIP, al PP, al PdR, al PRG, ai Piani di settore, ai Piani territoriali provinciali, ai Piani territoriali di indirizzo regionali, ecc. oppure al Piano strategico, al Regolamento urbanistico, al Piano operativo, al Piano dei servizi, al Piano di assetto del territorio, al Piano degli interventi, al Piano generale del territorio, ai Piani del traffico, ai Piani della sicurezza, ecc., compresi ovviamente i relativi regolamenti applicativi. Ma la competenza comprende anche tutte le Valutazioni ambientali (VIA e similari), di incidenza (VIncA e similari), dei piani e programmi sull’ambiente (VAS); quelle economico-finanziarie, ecc.. Non è, e non può essere di competenza, del pianificatore la specifica progettazione edilizia o i calcoli strutturali o la progettazione delle opere infrastrutturali. Anche se, in questo campo, almeno per quanto riguarda alcuni aspetti, alcuni confini sono sovrapponibili a più competenze.
... e poi l’identificazione in confini più evoluti
Fino a che punto si può spingere un pianificatore territoriale oltre a questo primo pacchetto di competenze ‘classiche’? Certamente verso i recenti strumenti della cosiddetta famiglia dei piani complessi e della programmazione negoziata – così come denominati nei vari provvedimenti ministeriali o regionali – che hanno un robusto contenuto di pianificazione sia territoriale che urbanistica, tanto che alcune volte prevedono di andare in variante ai piani urbanistici vigenti; e poi verso la piena applicazione del DPR 380/2001 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia) che all’art. 22 (Interventi subordinati al rilascio della dichiarazione di inizio attività), in sintesi, afferma che se un piano attuativo è completo di tutte le indicazioni di volume, superficie, sagoma, ecc. degli edifici, per questi ultimi non serve più il Permesso di costruire ma la semplice DIA. Nei piani attuativi, infatti, ci si spinge normalmente sino alle prescrizioni o alle indicazioni specifiche per le sagome edilizie e per le opere di urbanizzazione e per la sistemazione degli spazi pubblici. In questa stessa tipologia rientra, per esempio, anche il SUAP, se applicato in variante di piano, come previsto dalla legge istitutiva, che è infatti, prima di tutto, un progetto urbanistico. E poi dipende da laureato a laureato. Il laureato con il diploma di geometra o di perito edile non perde e non può perdere comunque le proprie competenze acquisite con il ciclo delle scuole superiori.
Sitografia:
www.cnappc.archiworld.it
www.urbanisti.it