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Statuto

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martedì 29 dicembre 2009

Galleria delle Vittorie sconfitta dal degrado


Uno dei simboli di Palermo che ancora versa in stato di abbandono è la Galleria delle Vittorie. Essa venne inaugurata nel 1935 durante il periodo fascista tentando di imitare le gallerie costruite nelle altre città italiane ed europee. Le gallerie commerciali sono delle vie o piazze completamente al coperto dove si affacciano le vetrine di negozi e bar. La più famosa è la galleria Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a Milano che ha il merito di aver introdotto il nome di Galleria. Su questo modello nacquero in tempi più recenti i centri commerciali dei quali le gallerie rappresentano uno degli elementi costitutivi fondamentali. La Galleria delle Vittorie di Palermo è stata progettata da Paolo Bonci e si trova in via Maqueda. E’ formata da un edificio a blocco di forma quadrangolare, presenta 5 elevazioni e tre ingressi all’area coperta, dai quali è possibile accedere anche ai piani superiori. Gli ingressi presentano affreschi di ispirazione fascista e futurista disegnati dal pittore A. Amorelli e la copertura interna è in vetro e travi di metallo.
Dagli anni ‘30 agli anni ‘70 la galleria è stata il vero salotto commerciale della città ma dopo quegli anni la galleria ha subito un forte declino fino ad essere completamente abbandonata. Le saracinesche che un tempo ospitavano numerosi negozi sono tutte chiuse e l’intera area è posta sotto sequestro. Anche la stessa copertura è piuttosto danneggiata e le vetrate del soffitto sono per lo più rotte. Il pavimento versa in pessime condizioni e un nastro rosso e bianco delimita i pericolanti ingressi. Sono passati quasi quarant’anni e nulla si è fatto per recuperare questo prezioso bene della città. Non si capisce bene di chi sia la responsabilità: da una parte un ' Amministrazione sempre più distratta dalle necessità di riqualificare le parti più importanti del centro storico e dall’altra i privati negligenti che hanno trasformato i locali per i negozi in depositi e magazzini ad uso privato.

La possibilità di restaurare la galleria costituisce un tassello fondamentale per il recupero della parte storica della nostra città e potrebbe essere di incentivo anche a riqualificare la prospiciente area Quadroni della quale non si conosce il discutibile progetto che prima o poi verrà realizzato. La galleria potrebbe riguadagnare l’importanza a livello commerciale che aveva avuto nei suoi anni migliori o costituire una centralità nuova per la città dal punto di vista culturale e sociale con la possibilità di organizzare al suo interno mostre, concerti, eventi e rassegne fruibili sia di giorno che di notte come spazio culturale 24 ore no stop. Da luogo abbandonato a spazio collettivo, sfruttabile come luogo d’incontro, esposizione, dibattito, dialogo, come una pausa dove trovare riparo dal traffico delle auto. La nuova Galleria sarebbe un reale esempio di come Palermo stia cambiando e finalmente tornerebbe ad essere citata tra i monumenti da non perdere per chi visita la nostra città.


Marcello Blanda

giovedì 17 dicembre 2009

Giornata Internazionale dei Migranti


Venerdì 18 dicembre 2009, presso il teatro Gregotti dell'Università degli Studi di Palermo, si terrà una giornata dedicata al tema dei migranti.

lunedì 7 dicembre 2009

Una demolizione nel silenzio

Il progetto del passante ferroviario prevede a piazza Indipendenza la demolizione di un palazzo di inizio secolo che presenta 4 elevazioni e che risulta sito in corso Calatafimi 53. L’edificio è di pregevole stile architettonico tipico del modo di costruire dell’epoca e fa da quinta alla piazza provenendo da Palazzo dei Normanni. Nonostante la Soprintendenza abbia salvato dalla demolizione l’adiacente Palazzo Corsini, per questo edificio ne ha dato il via libera giustificandosi che l’edificio non è vincolato come bene monumentale. Ma la questione non è stata trattata né dagli organi di stampa locale né dalle associazioni cittadine e presto chi passerà da piazza Indipendenza si renderà conto che, un po’ misteriosamente, “manca qualcosa”. Il passante ferroviario recherà alla città enormi benefici, quindi è comprensibile che debba portare ad alcuni sacrifici ma siamo sicuri che non si poteva fare diversamente? E’ una demolizione necessaria? Cosa si farà in quest’area?

Quando l’edificio sarà demolito, dalla piazza sarà possibile vedere l’area tristemente abbandonata alle spalle di via Colonna Rotta con edificio abusivo annesso, per cui si dovrebbe pensare ad un progetto unitario che oltre a garantire un collegamento pedonale tra piazza Indipendenza e la retrostante via Imera, miri a riqualificare l’intera area. Visto che la demolizione dell’edificio novecentesco è necessaria per la realizzazione dei lavori del passante, non credete che sia altrettanto necessaria la demolizione del palazzo abusivo che sorge alle sue spalle???


Marcello Blanda