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Statuto

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lunedì 7 dicembre 2009

Una demolizione nel silenzio

Il progetto del passante ferroviario prevede a piazza Indipendenza la demolizione di un palazzo di inizio secolo che presenta 4 elevazioni e che risulta sito in corso Calatafimi 53. L’edificio è di pregevole stile architettonico tipico del modo di costruire dell’epoca e fa da quinta alla piazza provenendo da Palazzo dei Normanni. Nonostante la Soprintendenza abbia salvato dalla demolizione l’adiacente Palazzo Corsini, per questo edificio ne ha dato il via libera giustificandosi che l’edificio non è vincolato come bene monumentale. Ma la questione non è stata trattata né dagli organi di stampa locale né dalle associazioni cittadine e presto chi passerà da piazza Indipendenza si renderà conto che, un po’ misteriosamente, “manca qualcosa”. Il passante ferroviario recherà alla città enormi benefici, quindi è comprensibile che debba portare ad alcuni sacrifici ma siamo sicuri che non si poteva fare diversamente? E’ una demolizione necessaria? Cosa si farà in quest’area?

Quando l’edificio sarà demolito, dalla piazza sarà possibile vedere l’area tristemente abbandonata alle spalle di via Colonna Rotta con edificio abusivo annesso, per cui si dovrebbe pensare ad un progetto unitario che oltre a garantire un collegamento pedonale tra piazza Indipendenza e la retrostante via Imera, miri a riqualificare l’intera area. Visto che la demolizione dell’edificio novecentesco è necessaria per la realizzazione dei lavori del passante, non credete che sia altrettanto necessaria la demolizione del palazzo abusivo che sorge alle sue spalle???


Marcello Blanda



2 commenti:

Salvo ha detto...

L'area danisinni è certamente un luogo della città da sottoporre ad attenzione, soprattutto in termini di riqualificazione urbana.
Stando al P.P.E. in quella zona si dovrebbe parlare di verde e parcheggio pubblico.
Se c'è qualcosa da demolire (sempre secondo P.P.E.) si può fare riferimento ad alcuni capannoni e caseggiati vari situati da tempo nell'area retrostante l’edificio di cui parliamo, oltre ad altri manufatti appartenenti alla caserma vicino la Curia Arcivescovile.
Chissà se demoliranno anche quelli!

Anonimo ha detto...

Abito nei pressi del luogo del "misfatto" e devo dire che ciò che stà avvenendo mi lascia sgomento.Il palazzo in questione è un esempio mirabile di architettura di fine ottocento,e secondo me si poteva salvare.Inoltre sò per certo,che all'interno esistevano volte affrescate di stupenda fattura.Da profano... credo che ci sia abbastanza spazio accanto per realizzare qualsiasi snodo ferroviaro,passaggio pedonale e svincolo stradale,come si può notare d'altra parte nella foto aerea che hai postato.Infine il palazzo ad angolo,dove c'era la trattoria"Tiracasciuni" di via colonna rotta, è stato già abbattuto.E "forse"abbattendo anche qualche altro fatiscente palazzo d angolo con via Imera avrebbero ottenuto tutto lo spazio che volevano.Ma considerando che all'angolo di via Imera sta nascendo l'enorme collettore fognario,i cui lavori bloccati da tempi memorabili(dopo 3 anni non è ancora completo)non possono interferire con la linea ferrata,bisognava cercare un altra soluzione,altro spazio.Allora la soluzione più ideale,più semplice rimane quella di abbattere un palazzo monumentale e scenografico per l'intera piazza,in nome del progresso e in barba all'aspetto storico della città.Tanto che ce ne facciamo,no?Già in passato,l'eccellentissimo sindaco "INNOMINABILE",ci ha liberato di quelle insulse ville liberty di via notarbartolo,per offrirci il progresso di grandi opere urbanistiche!Anche questa volta dovremo essere grati,per un servizio reso all'intera città.Indubbiamente godremo di grandi benefici,ma "forse"si poteva realizzare diversamente!