Analisi GIS sull’accessibilità degli aeroporti siciliani, prima e dopo l’apertura dell’Aeroporto di Comiso
di Marcello Blanda
© Riproduzione riservata
© Riproduzione riservata
L’analisi dell’accessibilità degli aeroporti siciliani, condotta nel 2013 dall’Associazione culturale Città in rete, permette di individuare i livelli di accessibilità del territorio in relazione ai tempi di percorrenza. Le mappe elaborate mostrano la variazione dei tempi di percorrenza dai centri urbani dei comuni siciliani agli aeroporti, calcolati prima e dopo l’apertura dell’Aeroporto di Comiso (RG), nel 2013. Attraverso delle analisi spaziali GIS sono state elaborate delle curve isocrone che rappresentano lo spazio compreso nella distanza percorribile in un dato tempo (minuti) da un dato mezzo (automobile).
[Accessibilità aeroportuale in Sicilia]
Il concetto di accessibilità urbana riguarda le diverse abilità e possibilità che individui e gruppi sociali hanno di contrattare a proprio favore i tempi e gli spazi della vita quotidiana, in modo da compiere le pratiche e mantenere le relazioni che essi ritengono significative per la propria vita sociale. I vincoli all’accesso alle risorse urbane possono essere analizzati facendo riferimento a un insieme composito di fattori e concause, che rimandano a forme di disuguaglianza sociale, come pure alle caratteristiche del sistema infrastrutturale e di trasporto e all’organizzazione e allocazione spazio - temporale delle attività. Piuttosto che promuovere una crescita della mobilità, gli interventi a favore dell’accessibilità servono a capire se i cittadini hanno accesso alle attività a cui devono o vogliono partecipare e si pongono l’obiettivo di portare le risorse più “vicine” alle persone, aumentando i modi alternativi con i quali raggiungerle ed espandendo la scelta tra differenti attività. Lavorare per l’accessibilità significa inoltre lavorare per l’inclusione sociale. Una politica dell’accessibilità non può, infatti, prescindere dalle difficoltà di accesso sperimentate dai gruppi sociali e dai territori urbani più fragili e vulnerabili, come ad esempio le aree più interne e marginali, e dal miglioramento dell’accesso a quelle risorse che impattano maggiormente sulle vita quotidiana e sulle opportunità di inclusione sociale.
Quello di accessibilità è un concetto molto usato ma di difficile definizione. La bandiera dell’accessibilità è, infatti, spesso sventolata nelle dichiarazioni di principio, mentre è raramente usata nella definizione e valutazione di politiche urbane concrete.
Accessibilità a cosa?
La risposta a questa prima domanda è stata sempre scontata: accessibilità ai luoghi. È ai luoghi della città (quartieri, complessi edilizi, spazi pubblici, attrezzature, singoli edifici...), alle loro caratteristiche morfologiche e alle difficoltà incontrate nel raggiungerli che ci si è riferiti solitamente ragionando di accessibilità. Con accessibilità ad un luogo si intende la facilità con cui è possibile raggiungere un determinato sito geografico, considerate da una parte la struttura delle infrastrutture di connessione e dall’altra le barriere o fratture spaziali che segnano il tessuto morfologico che caratterizza il luogo da raggiungere. La concezione luogo-centrica è stata via via messa in discussione, tanto che oggi l’attenzione si è spostata dai luoghi alle attività, sulla base della considerazione che le persone sono spinte a voler raggiungere certi luoghi dalla necessità o dal desiderio di svolgere certe attività.
Accessibilità di chi?
Oltre ad un oggetto a cui accedere, il concetto di accessibilità presuppone un soggetto agente: colui/colei che accede. Un luogo o un’attività possono essere valutati più o meno accessibili solo facendo riferimento all’esperienza (concreta o potenziale), di definiti attori sociali (individui, famiglie, gruppi sociali, imprese...) a sperimentare maggiori o minori difficoltà di accesso alle risorse materiali e immateriali (servizi, beni, relazioni) offerte dalla città. Individui, famiglie e gruppi sociali risiedono in aree differenti dello spazio (urbano o territoriale) per varie ragioni e quindi accedono da diverse origini alle stesse destinazioni e godono di un differente grado di accessibilità.
Misurare l’accessibilità aeroportuale
Le misure di accessibilità possono essere raggruppate fondamentalmente in tre diverse categorie:
- misure che tengono in considerazione solo il tempo di percorrenza. Ad esempio: il tempo impiegato per raggiungere un determinato punto del territorio (nel nostro caso il tempo necessario per coprire la distanza che separa l’aeroporto dal centro cittadino, espressa in minuti) attraverso la definizione di linee isocrone, in grado di evidenziare le aree raggiungibili entro determinati intervalli di tempo;
- misure di accessibilità che tengono in considerazione anche altre variabili quali il costo del trasporto, il costo del parcheggio, l’affidabilità del tempo di percorrenza stimato, il livello di servizio, ecc.; in queste misure, anche le caratteristiche non monetarie vengono normalmente monetizzate in modo tale da poter essere sommate (e confrontate) con la componente monetaria del costo del trasporto e dare luogo quindi al cosiddetto costo generalizzato di trasporto;
- misure di accessibilità che considerano contemporaneamente più mezzi di trasporto (auto, treno, autobus, ecc.) che in pratica ponderano l’accessibilità dei singoli modi di trasporto.
E’ importante sottolineare che il mezzo principalmente utilizzato dagli utenti è l’auto privata, con numerose conseguenze negative, soprattutto in termini di incremento della congestione e di emissioni inquinanti prodotte. Si possono definire due grandi categorie di utenti: i passeggeri e i dipendenti aeroportuali. La distinzione serve a mettere in luce le differenti esigenze che dimostrano avere e l’impatto sulla rete di trasporto che serve l’aerostazione. Mentre, infatti, gli utenti hanno bisogno di servizi di trasporto legati agli orari di arrivi/partenze degli aeromobili, i lavoratori aeroportuali hanno bisogno degli stessi mezzi, ma con un’accessibilità costante nel tempo e con punti di destinazioni non coincidenti, di norma, con quelli turistici e di lavoro.
Accessibilità aeroportuale in Sicilia
Con l’apertura al traffico aereo dell’Aeroporto di Comiso (RG), in Sicilia il numero di aeroporti è salito a sei, considerando anche quelli delle Isole minori (Lampedusa e Pantelleria). L’aeroporto ragusano si è andato ad aggiungere agli aeroporti di Palermo, Catania e Trapani, tutti in forte espansione, sia in termini di passeggeri sia come numero di compagnie aeree e destinazioni attivate. Dal 2013 quindi l’accessibilità aeroportuale in Sicilia è cambiata.
L’analisi condotta mostra la variazione dei tempi di percorrenza dai centri urbani dei comuni agli aeroporti siciliani, calcolati prima e dopo l’apertura dell’Aeroporto di Comiso. Sono state elaborate, attraverso analisi spaziali GIS, delle curve isocrone espresse in minuti. Le mappe prodotte evidenziano, innanzitutto, le differenze di accessibilità dei Comuni siciliani, e in particolare quelli che hanno livelli più bassi di accessibilità, ovvero le aree interne e quelle più lontane dai collegamenti autostradali (territorio di Agrigento e comuni limitrofi) e quelli che soffrono di una condizione geografica più marginale (centri montani delle Madonie e dei Nebrodi), dove in molti casi l’aeroporto più vicino dista più di due ore.
Accessibilità dell’Aeroporto di Comiso
Dopo l’apertura dell’aeroporto di Comiso, 45 Comuni siciliani sono stati interessati da una riduzione dei tempi di percorrenza, traendo enorme beneficio in termini di accessibilità. Un aumento dell’accessibilità oltre a offrire benefici ai residenti li offre anche ai turisti che possono incrementare lo sviluppo del territorio con le loro presenze. Il territorio della provincia di Ragusa è stato quello che ha ricevuto il maggiore beneficio. La città di Vittoria (RG), ad esempio, ha visto ridurre il tempo di percorrenza di ben 70'. Anche alcuni centri delle province di Catania, Siracusa, Caltanissetta e Agrigento hanno migliorato il loro grado di accessibilità, riducendo, in maniera variabile, i tempi di percorrenza. Gela (CL) o Licata (AG), ad esempio, hanno dimezzato il tempo da/per l'aeroporto ragusano. Alcuni Comuni, inoltre, non hanno ricevuto un beneficio in termini di riduzione dei tempi di percorrenza in quanto la differenza tra prima e dopo l’apertura è pari a zero, come Favara (AG), ma sono stati considerati in quanto oggi, a parità di tempo, possono scegliere anche l’aeroporto di Comiso come aeroporto di riferimento. In tabella i Comuni principali, maggiori di 25.000 abitanti:
[Tempi di percorrenza delle principali città interessate in minuti]
L’aeroporto di Comiso, oltre a lavorare in sinergia con l’aeroporto di Catania, potrebbe diventare l’aeroporto di riferimento della Sicilia meridionale. Bisognerebbe realizzare interventi di miglioramento della rete stradale e autostradale (ad esempio prolungando l’asse Siracusa – Gela verso Agrigento) e collegare in modo efficiente i centri urbani con l’aeroporto per mezzo di un servizio di trasporto pubblico collettivo, così da ridurre i tempi di percorrenza di molte città che risultano oggi svantaggiate dalla loro condizione geografica, incrementando sia l’accessibilità che l’inclusione sociale.
Marcello Blanda, Pianificatore Territoriale
Riferimenti bibliografici:
- B. Borlini, F. Memo, Ripensare l'accessibilità urbana, Cittalia Fondazione Anci Ricerche, 2009
- C. Ferrari, M. I. Cusano, S. Sanguineti, Accessibilità aeroportuale: una comparazione a scala europea
Nessun commento:
Posta un commento