..Città in rete è un'associazione culturale che si occupa di indagare gli aspetti territoriali delle città sotto il profilo urbanistico, sociale, economico ed ambientale

Statuto

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domenica 31 ottobre 2010

Provincia di Palermo: La situazione infrastrutturale

Stralcio sulla situazione infrastrutturale della provincia palermitana tratto dall' Osservatorio Economico 2009 della Provincia di Palermo - Rapporto realizzato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Palermo in collaborazione con l'Istituto G. Tagliacarte di Roma su:

L'ECONOMIA DI PALERMO DOPO LA CRISI

CONGIUNTURA 2009 - PREVISIONI 2010

LA SITUAZIONE INFRASTRUTTURALE

- L'articolazione delle infrastrutture

La dotazione di infrastrutture è un fattore di sviluppo del territorio che non riguarda solamente l’aspetto meramente economico-produttivo. Infatti, una adeguata dotazione quali/quantitativa di strutture sanitarie, socio assistenziali, culturali, ricreative, ecc., contribuisce direttamente a determinare la qualità del cosiddetto “capitale fisso sociale”, ovvero lo stock di assets a finalità sociale e di relazioni sociali fra soggetti, o fra soggetti ed istituzioni di pubblico interesse, che influenzano direttamente la qualità della vita. Peraltro, la qualità della vita è anche un fattore di sviluppo economico, poiché genera opportunità per lo sviluppo di interi settori di business (legati al tempo libero ed al “leisure”) incentiva la crescita del turismo e dei flussi in ingresso di investimenti esterni, talché non è possibile tracciare una linea di demarcazione netta fra economia e società.
Sotto il profilo delle infrastrutture prettamente legate alle funzioni economico-produttive (logistica, utilities per la produzione industriale, come gas, acqua, energia, reti telematiche ecc., servizi alle imprese di tipo finanziario e reale) la provincia di Palermo, in un contesto di grave sottodotazione, quale quello del Mezzogiorno, ed ancor più della Sicilia, penalizzata anche dalla sua insularità, evidenzia come vi sia una netta cesura fra le infrastrutture hub, ovvero i nodi che garantiscono i collegamenti di livello extra regionale, piuttosto ben sviluppate, sia in riferimento allo scalo aeroportuale, fra i più importanti del Sud, che alle attività del porto, anch’esse piuttosto importanti, e le infrastrutture di collegamento locale, che garantiscono la connessione fra il territorio ed i nodi principali di tipo aeroportuale e portuale. Da questo punto di vista, sia la dotazione di reti viarie che, soprattutto, ferroviarie (per lunghi tratti ancora a binario unico, non adeguata per supportare flussi di traffico sostenuti, anche se sono in corso i lavori di raddoppio su alcune tratte principali), è ancora molto carente. Ciò si traduce in una strozzatura dei flussi di traffico diretti versi gli hub di accesso esterno, come l’aeroporto ed il porto, vanificandone, quindi, in parte, il buon grado di dotazione. Nonostante questo, sia l’aeroporto che il porto hanno visto incrementare nel tempo le proprie attività. Basti pensare che il flusso di passeggeri nell’aeroporto di Palermo è aumentato, tra il 1999 ed il 2008, del +53,4%, ed il traffico delle merci veicolate nel porto del +18,6% nel periodo 2005-2008. Il ciclo economico sfavorevole non ha mancato, tuttavia, di influenzare negativamente tali dinamiche nel corso del 2009. Infatti, tra gennaio e novembre, si è registrato nell’aeroporto un calo di passeggeri pari all’1,5% rispetto al periodo corrispondente del 2008, sebbene i dati mensili evidenzino un trend di ripresa; il porto, d’altra parte, ha sperimentato, nel periodo gennaio - ottobre, una flessione tendenziale pari al -12,2%.
Altro aspetto importante di cui tener conto, è l’esistenza di un gap evidente tra la fascia costiera della provincia, attorno alla città capoluogo, attraversata dalla dorsale autostradale e ferroviaria principale (fra l’altro, beneficiaria del completamento “storico” dell’autostrada Palermo-Messina, un completamento la cui valenza è amplificata dal progetto di Ponte, o comunque dal progetto di collegare in modo più organico la Sicilia al continente) e l’area più interna e orograficamente meno pianeggiante della provincia, ancor più isolata, con problemi strutturali di sviluppo più acuti. [...], mentre la fascia costiera, ovvero la zona a maggior densità di popolazione ed attività economiche, è ben collegata, sia dall’autostrada che dalla ferrovia, gli unici collegamenti con le aree interne sono assicurati dalla viabilità secondaria, di tipo non autostradale, creando di fatto una situazione caratterizzata da un certo isolamento e da un gap di sviluppo, che penalizza sistematicamente l’area interna.

Flusso di passeggeri nell'aeroporto di Palermo nel periodo gennaio-novembre 2009 e variazioni % rispetto al periodo corrispondente del 2008

Fonte: Aeroporto di Palermo "Falcone Borsellino"

Con riferimento alle utilities ed ai servizi finanziari e reali legati alle attività produttive (energia, distribuzione dell’acqua, servizi bancari, altri servizi alle imprese, infrastrutture immateriali telematiche), la presenza di un’area urbana, e di alcune fra le più importanti aree industriali della regione, fa sì che le infrastrutture bancarie, di servizi reali e quelle immateriali, legate alla presenza di ampi bacini demografici e di imprese, tipici di aree urbane sviluppate, abbiano un grado di diffusione complessivamente soddisfacente. Anche i principali servizi sociali di rango urbano, come le scuole e le strutture sanitarie, hanno, almeno in termini quantitativi, una offerta del tutto adeguata. Viceversa, servizi più “rari”, che però qualificano in modo più evidente la qualità della vita in ambito locale, come ad esempio i servizi per il tempo libero e la cultura, come anche alcune utilities tipiche di aree ad elevato sviluppo industriale, come le reti energetiche ed ambientali, presentano ancora ritardi di offerta evidenti, ingiusitificabili se paragonati al peso demografico e di densità imprenditoriale che la provincia di Palermo assume nell’ambito della Sicilia e del Mezzogiorno, e che peraltro la colloca in una posizione di svantaggio rispetto alla sua tradizionale “provincia rivale”, in ambito siciliano, ovvero Catania. Ciò non può che riflettersi in un gap di qualità della vita e di competitività delle imprese locali. In prospettiva, assume una importanza molto rilevante lo sblocco recente dei finanziamenti necessari per la realizzazione dell’interporto di Termini Imerese, una struttura che ha già una importanza vitale in sé, perché consentirà di movimentare le merci in modo più efficiente e rapido, valorizzando meglio la struttura portuale ed i suoi collegamenti, viari e ferroviari, con il retroporto, ma che assume una rilevanza specifica, in quanto elemento essenziale per il rilancio competitivo del polo Fiat, di primaria importanza, sotto il profilo economico ed occupazionale, per la provincia.

Indici di dotazione infratrutturale nelle province siciiane ed in Italia in numero indice (2007)

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

martedì 26 ottobre 2010

Gestione dei rifiuti a Palermo

Riceviamo e inoltriamo la seguente comunicazione sulla gestione dei rifiuti a Palermo


[Foto: Rifiuti Zero Palermo]

IL TRACOLLO DELL´AMIA
L'AMIA 8 anni fa era un'azienda in attivo. Adesso è al tracollo. [Fonte:la Repubblicahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/13/sei-anni-che-sconvolsero-amia.html] Ha 180 milioni di euro di debiti e rischia il fallimento. E' adesso amministrata da 3 commissari di Governo per conto del Tribunale fallimentare. Il decadimento dell´azienda (a 100% di capitale del Comune) è iniziato quando il Sindaco di Palermo Diego Cammarata nel 2001 appena eletto nomina i nuovi vertici dell´AMIA: Enzo Galioto (oggi senatore -PDL come il Sindaco-) e Orazio Colimberti, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell'AMIA.
Già nel 1999 l'Amia (con Presidente Artioli e Sindaco Orlando) aveva predisposto un progetto di massima per una piattaforma integrata per la gestione del ciclo dei rifiuti che prevedeva la costruzione di tutta una serie di impianti. Per quasi tutti gli impianti (ad eccezione dell´impianto di biogas) sono stati spesi i soldi senza che questi siano entrati in funzione, o non sono stati proprio costruiti (ad es. l´impianto di Compostaggio).

Gli impianti progettati erano:

di compostaggio,
di selezione della frazione secca multimateriale,
di trattamento e triturazione di inerti,
di depurazione del percolato,
un generatore di calore ed energia elettrica alimentato dal biogas prodotto dai rifiuti,
una nuova area di ingresso e accettazione mezzi,
un impianto per il trattamento di smontaggio, triturazione e separazione della frazione metallica dei rifiuti ingombranti raccolti porta a porta,
di compattazione e trasferenza,
di incenerimento di rifiuti ospedalieri,
una discarica di prima categoria per accogliere i residui di lavorazione dei rifiuti,
un lavaggio per i veicoli che conferiscono in discarica.

[Fonte:http://notes9.senato.it/W3/Lavori.nsf/All/24E3FAC6B20C08DB412567FC002F262B?OpenDocument (COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE 1999 - paragrafo 3.2.1.)]

Lo stato attuale delle cose è
questo:

- l´impianto di compostaggio, ha atteso 10 anni le autorizzazioni, da qualche mese, per quel che ne sappiamo, sono in corso gli espropri.
- dei due impianti di selezione (valorizzazione) della raccolta differenziata ne è stato costruito solo uno a Partanna-Mondello costato 2 milioni di euro (di fondi europei) ma non è stato mai messo in funzione! L'impianto, a quanto pare non ha superato il collaudo.
[Fonte: la Repubblica, articolo intitolato "Amia, l'impianto fantasma": http://palermo.repubblica.it/dettaglio/articolo/1418945]
- L´impianto per la depurazione del percolato (il liquido altamente inquinante prodotto dalla degradazione dei rifiuti in discarica) è stato costruito dopo quasi un decennio, ma è capace di depurare solo un terzo del percolato prodotto e spesso non funziona. Per il trasporto e la depurazione del percolato sono stati spesi circa 20 milioni di euro in 3 anni (mediamente circa 7 MILIONI di euro l´anno). L´impianto realizzato nel 2009 è costato circa 1,2 MILIONI (ma è sottodimensionato: può trattare solo 1/3 del percolato prodotto) Con circa metà della spesa di un solo anno l´AMIA poteva essere autosufficiente nella gestione del percolato! Le ditte che si occupano del trasporto e della depurazione del percolato sono sempre le stesse. Quasi tutto il percolato (una persona di Legambiente ci ha detto addirittura il percolato di tutta la Sicilia) viene mandato a Gioia Tauro (Ma quanto è grande questo impianto?).

Intanto da metà settembre 2009 si è formato un lago di percolato accanto alla discarica (in una zona non impermeabilizzata) che è stazionato lì per 9 mesi circa e che 'rischia di inquinare' le falde acquifere. Il percolato (come si vede dalle foto allegate) usciva proprio dal bordo della vasca, nella quale i rifiuti sono accatastati formando una vera e propria montagna. Intanto il percolato ha già inquinato quattro pozzi privati alle falde di Bellolampo, dagli accertamenti disposti dai pm è emersa la presenza di solfiti, nitrati e metalli [Fonte http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/94088/conferma-delle-analisi-percolato-inquina-pozzi-palermo.htm articolo del 21-06-2010] L´AMIA smentisce con una nota: [http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/94136/rifiuti-amia-palermo-analisi-evidenziano-inquinamento-percolato-cammarata-difende-colpe-lemergenza.htm?a=comment#newComment 22-06-2010]

Adesso, dopo che a metà giugno è stato prosciugato il lago, il percolato arriva al bordo della quarta vasca. I rifiuti della quarta vasca praticamente 'galleggiano' sul percolato, che con le piogge abbondanti rischia di tracimare della vasca e riformare il lago nella stessa zona non impermeabilizzata (con rischio di inquinamento ambientale), come avvenuto nei mesi scorsi.
Il lago di percolato era stato segnalato il 23 ottobre 2009 con un esposto alla magistratura dalle associazioni Rifiuti Zero Palermo e Liberacqua. Da questo sono scaturite due filoni di indagine: una ambientale e una amministrativa.

Renata Di Fazio
(vice presidente Ass. Rifiuti Zero Palermo)

domenica 24 ottobre 2010

Gis Day 2010


Il Consorzio Ticonzero, centro di competenza nel campo dell'informatica territoriale, organizza in occasione del GIS Day del 2010 - in collaborazione con il Consorzio ARCA, Planetek Italia, Zenit e TANTO - una giornata dal titolo:

"GIStales: di dati, persone e strumenti”

L'evento si svolgera’ mercoledi’ 17 Novembre a Palermo, e sarà diviso in due momenti:
• la mattina, convegno e sessione poster presso la Sala Magna di Palazzo Steri
• il pomeriggio, workshop su remote sensing e webmapping, presso il Consorzio ARCA

Il programma - ancora in fase di definizione - è consultabile qui: http://gisday2010.ticonzero.net/programma.
Per ragioni organizzative è necessario confermare la propria partecipazione al convegno, registrandosi al seguente indirizzo: http://gisday2010.ticonzero.net/registrati.

I workshop didattici sono a numero chiuso: 30 persone per ciascuno. L’iscrizione avverrà tramite un differente modulo online, che verrà pubblicato in seguito.

Il GIS Day ha carattere mondiale e si svolge contemporaneamente in 28 Nazioni: http://www.gisday.com/. L'evento comprende una sessione poster, cui è ancora possibile partecipare. Per inviare la richiesta di partecipazione alla sessione e per qualsiasi altra informazione scrivere all'indirizzo gisday@ticonzero.net.

sabato 23 ottobre 2010

Le aree metropolitane siciliane

Fin dal 1986, con la Legge Regionale n. 9 del 6 marzo, la Regione Siciliana si dotava di alcuni obiettivi di ampia portata in materia di governo del territorio e di funzioni dell'ente provincia, anticipando di alcuni anni la legislazione nazionale. Tra le principali azioni di governo della legge troviamo l’istituzione delle aree metropolitane regionali. Queste particolari aree urbane, sono caratterizzate da una concentrazione umana e delle attività che pone compiti di gestione e di pianificazione di dimensione intercomunale.
Per la loro individuazione e perimetrazione la legge individua i seguenti parametri:

a. siano ricomprese nell'ambito dello stesso territorio provinciale;

b. abbiano, in base ai dati ISTAT relativi al 31 dicembre dell'anno precedente la dichiarazione, una popolazione residente non inferiore a 250 mila abitanti;

c. siano caratterizzate dall'aggregazione, intorno ad un comune di almeno 200 mila abitanti, di più centri urbani aventi fra loro una sostanziale continuità di insediamenti;
d. presentino un elevato grado di integrazione in ordine ai servizi essenziali, al sistema dei trasporti e allo sviluppo economico e sociale.

L'area metropolitana assume le funzioni spettanti ai comuni in materia di:

1. disciplina del territorio, mediante la formazione di un piano intercomunale relativo:
- alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie e dei relativi impianti;
- alle aree da destinare ad edilizia pubblica residenziale convenzionata ed agevolata;
- alla localizzazione delle opere ed impianti d'interesse sovra-comunale.
2. formazione del piano intercomunale della rete commerciale;
3. distribuzione dell'acqua potabile e del gas;
4. trasporti pubblici;
5. raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Palermo, Catania e Messina sono le realtà urbane siciliane che, nel possedere livelli di scambio e di relazioni interne di più intensa dimensione, possono anche reggere la definizione di area metropolitana. Le tre aree metropolitane, proprio perché costituiscono il sistema dei centri di maggiore peso demografico dell’isola e perché conservano la continuità del rapporto tra le capitali storiche ed il territorio siciliano, vanno misurate in ragione delle possibilità e delle opportunità che esse possono esprimere, nel contesto regionale, come sistemi integrati di servizi ed attività complesse.
La delimitazione delle tre aree metropolitane siciliane ha tenuto conto di alcuni aspetti che si ritengono fondamentali in relazione degli obiettivi che attraverso la loro costituzione si ipotizza di raggiungere:

1. dare luogo ad un sistema urbano capace di relazionarsi con il resto del territorio internazionale, nazionale e regionale;
2. definire un ambito territoriale dove l’insieme degli elementi che formano l’insediamento umano posseggono, di fatto e potenzialmente, una somma di relazioni interne, di carattere quasi giornaliero, fortemente prevalente rispetto alle relazioni che gli stessi elementi posseggono con l’esterno;
3. determinare un ambito territoriale dove le scelte di governo e pianificazione del territorio, ponessero problemi di interesse intercomunale;
4. determinare un ambito territoriale dove la necessità di gestione diretta dei trasporti pubblici, della distribuzione dell’acqua e del gas e della raccolta dei rifiuti fosse necessariamente da affrontare secondo criteri di interesse intercomunale.

Anche a livello nazionale si è previsto con la legge 142/90 prima e con il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali n. 267 /2000 l’istituzione delle città metropolitane, in particolare delle città di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli e degli altri comuni i cui insediamenti abbiano con essi rapporti di stretta integrazione in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali.
Con il passare degli anni, però, l’istituzione delle aree metropolitane si è arenata tra le tante insidie burocratiche e i numerosi avvicendamenti politici, rimanendo soltanto sulla carta, fermandosi molto spesso alla semplice delimitazione di tali aree. Quanto ancora dovremo aspettare, prima che le aree metropolitane diventino realtà?

Marcello Blanda

Bibiliografia:

"Le aree metropolitane siciliane" di Nicola G. Leone e Andrea Piraino per le Edizioni Incipit collana AnciSicilia
“Aree metropolitane Città metropolitane: l’individuazione dell’area metropolitana” di G. Campilongo (ARPA Lombardia)

lunedì 18 ottobre 2010

Classifica di Ecosistema urbano 2010: giù le città siciliane

Dal rapporto annuale di Legambiente, sulla qualità ambientale nelle città italiane, si evince il peggioramento dei grandi centri, ad eccezione di Torino, soprattutto quelli del sud. Sono i piccoli centri ad aggiudicarsi i posti alti della classifica. Belluno (città con meno di 40.000 abitanti) passa in testa alla classifica. Palermo e Catania occupano il terzultimo e ultimo posto.
Alcuni dei parametri utilizzati sono: l'affidabilità del trasporto urbano, la qualità dell'aria, l'efficienza del sistema idrico, la raccolta differenziata, la superficie verde per ogni abitante, la gestione dei rifiuti, i chilometri di piste ciclabili, la diffusione delle energie rinnovabili, la quantità di acque reflue depurate.
Qualcuno potrà pensare che un piccolo centro è più gestibile rispetto ad una grande metropoli. Ma dobbiamo considerare che anche i grandi centri possiedono (o dovrebbero possedere) dei piani per la gestione e il monitoraggio della qualità ambientale.
Nelle politiche urbane e territoriali è importante l'aspetto ambientale, esistono infatti i mezzi per poter operare in tal senso. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per esempio, così tanto sfoggiata nelle migliori conferenze e seminari degli addetti ai lavori, rimane, almeno al sud Italia, una pura metodologia di valutazione ambientale da applicare nei corsi laurea attinenti.
Forse, quando le regioni si decideranno a normare seriamente tale strumento che, tra i tanti obiettivi, permette il monitoraggio continuo del territorio, anche il sud potrà respirare aria più pulita ed ottenere quei risultati ambientali che migliorerebbero la qualità di vita dei propri cittadini. 

Salvatore Abruscato

domenica 17 ottobre 2010

Palermo: verde e standard urbanistici

Stralcio di un articolo pubblicato su IL GIORNALE DEI QUARTIERI, mensile di attualità e informazione di Palermo negli anni '80.

IL GIORNALE DEI QUARTIERI n. 7/8 - Luglio-Agosto 1981

IN MATERIA DI VERDE... SIAMO AL VERDE
Ai palermitani spetta solo una mattonella di verde

di GIUSY SERRAVALLE

A Palermo la percentuale di verde pubblico "godibile" è di 0,25 metri quadrati per abitante. Cioè una mattonella in ceramica con la quale si pavimenta la cucina.
Il Piano Regolatore Generale, invece, uno dei documenti meno consultati e maggiormente messi da parte in questa nostra e difficile città, ne prevede, per abitante, 16,5 metri quadrati. Una bella differenza, quindi, che mostra chiaramente come il problema del verde pubblico sia diventato uno dei tanti "casi" che dovrebbero essere affrontati dalla Amministrazione Comunale e posti fra quelli di primaria importanza. Invece, da anni ormai, di verde pubblico se ne parla sempre meno. Alle volte, come è il caso del parco di Villa d'Orleans, la parola verde viene accoppiata con quella "attrezzato", tanto per dare una parvenza di "parco" a delle strutture che saranno essenzialmente sportive.
A Palermo, se consideriamo appunto le strutture sportive, quelle di viale del Fante, ed il parco della Favorita la percentuale di verde per abitante sale a 3,9 metri quadrati. Ma fino a che punto si può parlare di verde "pubblico"?

Panoramica di Palermo e Parco della Favorita

Dopo aver letto parte di questo articolo viene automatico domandarsi, dopo tanti anni, se la città è riuscita a guadagnare abbastanza metri quadrati di vede pubblico per tutti i suoi abitanti.
Gli standard urbanistici sono previsti dal Decreto Interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444. Tale decreto, ricordiamo, viene emanato dopo la L. 765/67 (legge ponte) e prevede standard relativi a diversi tipi di attrezzature di interesse locale e generale (o territoriale).
Per quanto riguarda le attrezzature d'interesse locale, o di quartiere, il decreto stabilisce che ogni cittadino ha diritto ad un minimo di 18 mq di spazio pubblico ripartito nella seguente maniera:

- mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo;
- mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile ecc.) ed altre;
- mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
- mq 2,50 di aree per parcheggi.

Il problema degli spazi pubblici, quindi, non riguarda soltanto il verde ma anche tutti i settori e servizi pubblici di cui la città di Palermo "è dotata".

Salvatore Abruscato

sabato 16 ottobre 2010

Emergenza rifiuti a Palermo

Riceviamo e inoltriamo la seguente comunicazione sull'emergenza rifiuti a Palermo [Foto Repubblica Palermo]
EMERGENZA PROCURATA
Noi siamo convinti che questa emergenza sia stata procurata e programmata. Sembra che si sia fatto di tutto non fare funzionare la gestione dei rifiuti e per far riempire sempre più velocemente la discarica, creare un enorme danno ambientale per convincere che la discarica non va usata e va costruito il "termovalorizzatore" (come se fossero le uniche due alternative per la gestione dei rifiuti), e spacciandola per giunta come "soluzione per l´emergenza". Non sono stati costruiti o messi in funzione gli impianti utili (di compostaggio, selezione della Raccolta differenziata, Centri Comunali di Raccolta -CCR-, Trattamento meccanico biologico per il residuo, trattamento percolato, triturazione degli inerti,..), si è portato al collasso l´azienda cittadina di gestione dei rifiuti (con le ripercussioni in città che ne conseguono), con spese incredibili e assorbendo ingenti risorse per risanarne i conti, anche con generose elargizioni del governo nazionale -in virtù di situazioni di "emergenza"-. Si è di fatto in tutti i modi scoraggiata la raccolta differenziata (che è addirittura diminuita negli anni passando in pochi anni dal 9% al 4%), con un pessimo servizio, sia con le campane stradali sempre piene e insufficienti, che con il -limitatissimo- servizio di raccolta condominiale e nelle attività commerciali. Non sono mai stati costruiti i Centri Comunali di Raccolta (già previsti dal decreto Ronchi), quando c´era, prima dell´era Cammarata, un piano di realizzazione di 7 CCR. Intanto si scarica in discarica in deroga da tre anni. La deroga, in virtù dell´emergenza riguarda anche il rispetto della legge sul pretrattamento dei rifiuti, che è finalizzato principalmente alla riduzione del biodegradabile in discarica, allo scopo di limitare la formazione di biogas e percolato. A Bellolampo invece i rifiuti vengono 'pretrattati' da un semplice tritovagliatore che separa solo i metalli, e dall´impianto UNIECO che non separa l´umido, ma solo vetro e metalli, tritura tutto il resto e lo mescola a calce, con l´effetto di rallentare soltanto la produzione di percolato, che viene comunque prodotto. Inoltre il Prefetto (Commissario per l´emergenza nella provincia di Palermo da gennaio 2009 al 9 Luglio 2010) dall´inizio del suo mandato si è accanito contro una categoria di lavoratori che impediva che un´enorme quantità di rifiuti finisse in discarica: i rigattieri, raccoglitori di metalli, cartone, e oggetti per il mercato del riuso. I cosiddetti "cenciaioli", che toglievano una rilevante quantità di rifiuti dalle strade. Un mestiere comune nella città di Palermo. Erano più di 400, e lavoravano con partita iva e in regime di autofattura, quasi tutti senza autorizzazione al trasporto, ma totalmente tollerati dalle forze dell´ordine, finché il governo non ha convertito il decreto per l´emergenza rifiuti in Campania estendendo l´inasprimento delle pene per raccolta, trasporto e discarica abusiva a tutta l´Italia, e il Prefetto non ha deciso con molto zelo di farlo applicare. E proprio di "discarica abusiva" vengono quasi sempre ingiustamente accusati (quando in realtà raccolgono!). Hanno provato a regolarizzarsi. Alcuni (84) hanno formato una cooperativa, l´APAS, che ha lavorato in convenzione gratuita (per Comune, AMIA e cittadini) per 3 mesi e hanno dimostrato di potersi sostenere con i soli contributi CONAI e proventi della vendita dei metalli, del cartone e della plastica recuperati quasi esclusivamente dalle strade. Hanno raccolto in soli 54 giorni lavorativi 1.000 tonnellate di carta e cartone (mediamente 220 Kg l'uno al giorno). La convenzione non è stata più rinnovata. (http://www.apasicilia.it/)
Rifiuti Zero Palermo

venerdì 15 ottobre 2010

Raccolta rifiuti a Palermo: differenze nella differenziata

Riceviamo e inoltriamo il seguente comunicato relativo alla situazione della gestrione dei rifiuti a Palermo

RACCOLTA DIFFERENZIATA `PORTA A PORTA´ ("PALERMO DIFFERENZIA")

A Palermo il Progetto Palermo Differenzia di raccolta porta a porta ha dato ottimi risultati: nel primo step, che ha coinvolto una zona centrale della città, si è passati dal 4% al 79% in 6 settimane [Fonte:Ministero dell´Ambiente http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=102218]. Il primo step di Palermo Differenzia è partito all'inizio di Febbraio 2010, adesso siamo arrivati al quarto. In tutto il progetto riguarda solo il 11% circa della popolazione di Palermo (76.000 abitanti su 667.000) [Fonte: AMIA http://www.amianet.it/].


[Foto Repubblica Palermo]

Mentre dove c'è la raccolta porta a porta si sono raggiunti risultati ragguardevoli (tra il 60 e il 70% il primo mese in ogni step) le campane del resto della città sono state svuotate solo raramente, vanificando gli sforzi di chi continua a fare la differenziata. L'estensione a tutta la città della raccolta porta a porta mi risulta che non sia neanche nel piano industriale dell'AMIA.

Renata Di Fazio
Rifiuti Zero Palermo

sabato 9 ottobre 2010

Oltre gli spazi su youtube


Il video dal titolo OLTRE GLI SPAZI e' stato pubblicato su you tube.
Per visualizzarlo clicca sull'immagine oppure i seguenti link:

Oltre gli spazi 1 parte:

Il reportage vuole raccontare la crisi degli spazi pubblici, quali piazze, strade, luoghi e "non luoghi" della città, per mezzo di immagini, suoni e rumori, interviste ai cittadini di Palermo ed ai tecnici interessati al tema.
Il video tenta di mostrare in che modo oggi gli spazi pubblici vengono vissuti e come vengono percepiti dalla collettività.

Immagini ed interviste di Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Montaggio di Enrico Montalbano, assistenti: Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Musica originale Hatori Yumi - Brusio Netlabel. Questo video è presentato da Legambiente e realizzato grazie al contributo di Fondazione per il Sud all'interno di "a scuola di partecipazione".

Buona visione!

giovedì 7 ottobre 2010

Emergenza rifiuti in Sicilia

Riceviamo e inoltriamo il seguente COMUNICATO STAMPA

Emergenza rifiuti: un farsa per movimentare denaro pubblico senza controllo

Palermo, 7 ottobre 2010 - Il Governo nazionale ha stabilito che lo stato di emergenza rifiuti in Sicilia, di cui commissario è stato nominato il governatore Lombardo, durerà fino al 2012, con ciò trasformando l´emergenza in stato stazionario. La Sicilia, infatti, è in emergenza rifiuti dal 1999, con una breve parentesi dal 2007 al 2010.
Questo tradisce una sola, triste realtà: il Governo non è in grado di risolvere il problema rifiuti in Sicilia, come non lo ha risolto a Napoli dove ha nascosto fuori città una montagna di RSU ed ha approntato un Piano Rifiuti emergenziale basato su inceneritori ed impianti di discarica.

Adesso Lombardo, nella veste di Commissario all´emergenza rifiuti, avrebbe dovuto produrre un Piano Rifiuti Regionale entro il 21 settembre, cosa che non è avvenuta, e che si sta nascondendo riproponendo alla stampa notizie vecchie come la costruzione di un impianto di smaltimento nella valle del Dittaino e l´esportazione dei rifiuti.
Temiamo allora fortemente che per la Sicilia sia stata programmata la stessa sorte di Napoli, un Piano Rifiuti solo in ritardo, di modo che l´emergenza possa giustificare altre discariche e nuovi inceneritori, che tanto erano stati criticati da Lombardo quando facevano parte del Piano Cuffaro. Questo avrebbe il solito scopo finale di poter movimentare molto denaro pubblico con il minimo di controllo.

Ci batteremo dunque per un immediato Piano Rifiuti sostenibile, poco costoso e non inquinante, così come prevede la legge in vigore che attribuisce un ruolo assolutamente preponderante alla riduzione della produzione dei rifiuti, al riuso e alla raccolta differenziata e al riciclo.

Associazione Rifiuti Zero Messina
Associazione Rifiuti Zero Palermo

sabato 2 ottobre 2010

Il Parco dell'Oreto a Palermo


In ordine da sinistra a destra e da sopra a sotto: tratto del fiume Oreto nei pressi del ponte Corleone, del ponte Oreto, della foce e foce del fiume. Foto di Salvatore Abruscato.

Il recupero del fiume Oreto è importante, oltre che per la valenza puramente ambientale, per il contributo che potrebbe offrire al riordino urbanistico di tutto l’intorno e di tutte le parti urbane della città che ad esso si affacciano.
La parola recupero affiancata al fiume Oreto riempe di speranza qualche cittadino e di orgoglio qualche amministratore, anche se, sia l'uno che l'altro, ne hanno sempre e solo sentito parlare.
Concretamente, ad oggi, la città di Palermo vive uno dei periodi più tristi della sua storia e vita urbanistica e sociale, e tutto questo lo si deve a qualche cittadino e a qualche amministratore. Almeno questa è l'impressione che si ha camminando per le vie del centro e delle periferie. I tentativi di ripresa, non solo del fiume ma anche dell'intorno, sono deboli o inesistenti.
La storia non è stata felice con questa parte di città. Già nel 1885 il Piano Giarrusso orientava il futuro sviluppo urbanistico e sociale al nord della città, voltando le spalle ad una parte urbana che fino ad allora aveva goduto di prestigio, almeno in parte, grazie all'Orto Botanico e la Villa Giulia. Il P.R.G. di Palermo del 1962 vedeva il fiume come un ostacolo per la città, cosicché negli anni ’60 e ’70 la costruzione di edifici residenziali ai margini del fiume, soprattutto in prossimità della foce, impoveriscono e banalizzano le comunità animali e vegetali e riducono le biodiversità, che pur esistevano fino ad alllora. Oggi il fiume si presenta molto inquinato, sono presenti abusi nella captazione ed uso delle risorse idriche e disordini geologici ed idrogeologici.
Il presente continua ad essere alquanto incerto ed ombroso. Non si sa quando e come inizieranno i lavori per la realizzazione del Parco dell'Oreto, tanto sbandierato e tanto dimenticato, sia dagli orgogliosi che dai fiduciosi.

Salvatore Abruscato

venerdì 1 ottobre 2010

Dentro le città

Foto di Giulia Morana
Stralcio dell'introduzione del libro "Il commercio e l'artigianato dentro le città. Esperienze di riqualificazione urbana" di Iginio Rossi. Etaslibri, 1998, Milano.

Il rapporto intimo e personale con le città appartiene al ricordo dei pochi che le hanno vissute quando l'inquinamento non aveva ancora conferito all'aria lo sgradevole colore giallastro visibile dall'aereo che sorvola le aree metropolitane, oppure è tuttora possibile? In genere, nei primi impatti raggiungono le narici dei cittadini gli odori dei gas di scarico degli autoveicoli, dei rifiuti urbani, delle fognature. Per sottrarsi essi devono guadagnare le poche aree pedonali, ma anche qui vengono accolti dagli olezzi del fritto, dal mix indescrivibile emanato dai cassonetti. Non resta loro che l'alloggio in cui rilassarsi, sempre che i materiali di costruzione e gli arredi vari non li avvolgano con oli sintetici.
La possibilità di risanare questo non-ambiente può provenire solo da un sistema di ri-costruzione delle pratiche collettive e private a livello teritoriale ampio, ma nell'attesa che ciò avvenga noi cittadini dobbiamo darci da fare per riqualificare l'ambiente in cui quotidianamente viviamo. In questo senso la cura, la conoscenza, la comprensione e la ri-scoperta delle città sono alcune delle pratiche fondamentali della strategia ecologica urbana.
Raggiungere una migliore qualità della vita vuol dire anche potere riconoscere l'odore delle città, percepire le varie consistenze della loro pelle, ammirare le differenti immagini e ascoltare la voce degli spazi pubblici. Vi è, dunque, un vasto ambito percettivo che può rappresentare lo stumento per addentrarsi nello "spirito" urbano, in particolare in quello dei luoghi che per loro identità accolgono le attività collettive.