Sviluppare attività di protezione civile finalizzate alla previsione e prevenzione od anche a definire attività di pianificazione e gestione dell’emergenza non può che prescindere da un’attenta analisi della condizione del territorio sia in ambito urbano che extraurbano.
La situazione di criticità e l’alto indice di rischio derivante dalle diverse situazioni di vulnerabilità e pericolosità caratterizzano il territorio italiano, ed in modo particolare quello della Sicilia. Questa situazione deve essere analizzata dalle amministrazioni e in tale contesto devono essere valutate le problematiche relative a tutto il territorio.
I recenti eventi calamitosi che hanno interessato la regione (incendio nel territorio di Patti (Me), 2008; alluvione a Castellammare del Golfo (Tp), 2008; frana a Giampilieri (Me), 2009) hanno messo in evidenza il carente numero di comuni dotati di Piani di Protezione Civile, quindi bisognerebbe sopperire a tale lacuna.
Tutto ciò mette in evidenza la necessità di una corretta ed efficace pianificazione per la sicurezza della collettività e quindi lo sviluppo di un Piano di Protezione Civile di livello Provinciale.
In caso di eventi calamitosi la corretta gestione ed applicazione di un Piano di Protezione Civile Provinciale, a prescindere dalla tipologia e dalla dimensione dell’evento calamitoso, dipende dalla sua corretta impostazione ed implementazione. Tali caratteristiche cambiano a seconda dell’ambito territoriale in cui il Piano si inserisce. È opportuno, quindi, definire dei criteri minimi o “Linee Guida” per la redazione di un Piano di Protezione Civile Provinciale, con le caratteristiche di sicurezza di cui deve godere, in funzione dei diversi rischi che possono interessare il territorio.
La tesi di laurea “Linee Guida per la redazione del Piano di Protezione Civile per la Provincia di Trapani”, redatta nel 2010 dagli architetti pianificatori A. Riccio e P. Regina nell’ambito della Pianificazione di Area Vasta, è frutto di un’attenta analisi della condizione del territorio sia in ambito urbano che extraurbano, quindi una volta definite le attività di pianificazione e gestione dell’emergenza è stato possibile sviluppare attività di protezione civile finalizzate alla previsione e prevenzione.
Tale tipologia di Piano di area vasta è un progetto pioniere nella Regione Sicilia, ecco perché lo sviluppo nella forma di Linee Guida, e per la redazione dello stesso si è fatto riferimento ai principi contenuti nel “metodo Augustus”, metodo che discende dalla L. 225/92, stessa legge che istituzionalizza il Servizio Nazionale di Protezione Civile.
L’efficacia di tale strumento pianificatorio di livello provinciale si verifica quando si realizzano determinate condizioni:
- direzione unitaria delle operazioni pianificatorie che si esplicano attraverso il coordinamento di un sistema complesso e non in una visione settoriale degli interventi. È il Prefetto che a livello provinciale definisce i responsabili delle funzioni di supporto presenti in ogni singolo comune della Provincia.
- costante scambio di informazioni fra il sistema centrale e quello periferico, nell’ambito del Sistema Nazione di Protezione Civile. Ogni responsabile delle funzioni di supporto deve interagire con tutti gli altri, in modo da poter fronteggiare l’emergenza in maniera unita e coordinata.
- utilizzo razionale delle unità in emergenza della colonna mobile nazionale, delle risorse disponibili e della reperibilità degli uomini e dei mezzi idonei agli interventi.
E' fondamentale, dunque, che la pianificazione in protezione civile permetta di produrre strumenti utili alla previsione degli eventi calamitosi nonché alla prevenzione delle azioni necessarie a ridurre il danno alle persone, alle cose, al patrimonio artistico e ai beni culturali e i tempi per il ripristino delle normali condizioni di vita nelle zone disastrate.
A questo sono dedicati il lavoro di definizione dei "piani di emergenza", elaborati ai livelli nazionale, provinciale e comunale; il continuo aggiornamento delle procedure di emergenza, indispensabili per coloro che devono intervenire, in modo che sappiano già cosa fare e come farlo; il costante scambio di informazioni tra tutti i livelli del sistema; le attività di formazione del personale e le esercitazioni di tutte le componenti che intervengono nella protezione civile; il potenziamento dei mezzi tecnici messi a disposizione.
Dott. Alfonso Riccio
2 commenti:
La pianificazione territoriale è uno strumento preziosissimo, peccato che l'Italia ha la brutta abitudine di demoralizzare, sminuire e scoraggiare qualsiasi tipo di iniziativa volta a tutelare e valorizzare il "bel paese" .
Purtroppo oggi la Pubblica Amministrazione preferisce portare avanti progetti "più visibili" che siano in grado di riscuotere ampi consensi tra i cittadini, come la realizzazione di un nuovo parcheggio o di nuova strada, piuttosto che acquisire piani utili alla salvaguardia del territorio e della popolazione.
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