..Città in rete è un'associazione culturale che si occupa di indagare gli aspetti territoriali delle città sotto il profilo urbanistico, sociale, economico ed ambientale

Statuto

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sabato 18 dicembre 2010

Tagli ai fondi per Parchi e Riserve in Sicilia

Da Salviamo le aree naturali protette siciliane, custodi di biodiversità!


Il 2010 è l'Anno Internazionale della Biodiversità, eppure rischia di essere ricordato in Sicilia per l'abolizione di fatto delle aree naturali protette.
Nel bilancio regionale 2010 sono stati tagliati drasticamente i fondi destinati ai Parchi ed alle Riserve Naturali della Sicilia; ulteriori e più consistenti tagli sono previsti dalla Legge Finanziaria 2011, sino a ridurre di oltre il 70% le risorse per la conservazione della natura e per la gestione delle aree naturali protette.
Le conseguenze rischiano di essere gravissime: per la conservazione di specie e habitat, spesso protetti anche a livello nazionale ed europeo; per l'aumento delle conoscenze naturalistiche; per la valorizzazione e la promozione dei territori in cui ricadono i parchi e le riserve; per la sensibilizzazione e la crescita culturale delle comunità locali; per la nascita ed il rafforzamento di uno sviluppo economico sostenibile, basato sulla tutela e fruizione dei beni ambientali e culturali. Il taglio dei fondi per la gestione ordinaria delle aree naturali protette e la mancata attivazione delle risorse comunitarie rischiano di consegnare interi territori all´abbandono, al degrado ed alla speculazione edilizia.
In particolare le riserve naturali gestite dalle Associazioni Ambientaliste sono già ad un passo dalla chiusura per mancanza di fondi; eppure hanno garantito in questi anni importanti risultati in diversi settori, e costituiscono spesso fondamentali presidi di legalità in contesti difficili.
I Parchi e le Riserve Naturali della nostra Regione svolgono un insostituibile ruolo di laboratori scientifici all'aperto e custodiscono un importante patrimonio di biodiversità che richiede attenzione e protezione, e che può costituire un'imperdibile occasione di sviluppo sostenibile. Inoltre la maggioranza delle aree naturali protette siciliane ricade in Zone di Protezione Speciale ed in Siti di Importanza Comunitaria voluti da due direttive dell'Unione Europea, per i cui piani di gestione sono state impegnate grandi risorse intellettuali, tecniche ed economiche.
La salvaguardia della biodiversità non può essere solo un impegno di facciata, ma deve concretizzarsi con azioni coerenti che abbiano obiettive ricadute positive sulle risorse naturali. Chiediamo quindi al Governo ed al Parlamento regionali, nell'Anno Internazionale della Biodiversità, di garantire alle Aree Naturali Protette le risorse necessarie per la loro gestione, e di lavorare per un complessivo rilancio delle politiche di conservazione della natura.

martedì 30 novembre 2010

Città in Protesta

Quando le città e i territori diventano piattaforme di comunicazione sociale.
Un forte vento di protesta, contro la riforma universitaria Tremonti-Gelmini, giunge da più di 2000 metri di altitudine.

[Foto Repubblica Palermo]

Per altre immagini clicca su: NO GELMINI

sabato 27 novembre 2010

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti


Comunichiamo, con un po' di ritardo, questa interessante iniziativa, dove prenderà parte l'associazione Rifiuti Zero Palermo, in occasione della seconda Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti con l'iniziativa "Bagheria non rifiuta". La manifestazione, promossa e coordinata dall'associazione culturale APEIRON, si è svolta ieri, sabato 27, e continuerà oggi, domenica 28, a Bagheria.


PROGRAMMA

27 sab, 09.00/12.30 - ITC Sturzo, Bagheria

  • Incontro con le scuole e presentazione SERR e progetto "Bagheria non Rifiuta".
  • Proiezione video tra cui "La Storia Delle Cose", Didattica del Prof. Pietro Tomasello e Dibattito.
  • Descrizione della Strategia Rifiuti Zero a cura della Ass. Rifiuti Zero Palermo.

27 sab, 16.00/20.00 - Corso Umberto, Bagheria

  • Strategia Rifiuti Zero dalla Ass. Rifiuti Zero Palermo
  • Expo collettiva di Ecodesign
  • Sfilata di moda - Green à Porter, La moda verde a chilometro zero
  • Spettacolo frestyle e parkour "Bagheria Non Rifiuta" dell'Ass. PiKAPPA

28 dom, ore 11 - Corso Umberto, Bagheria

  • Flash Mob - Bagheria Non Rifiuta

28 dom, 10.00/12.30- Ekobolle, via del Cavaliere, Bagheria

  • Gli studenti dell´ ITC Sturzo visitano il negozio di detersivi alla spina

28 dom, 16.00/ 20.00 - Corso Umberto, Bagheria

  • Expo collettiva di Ecodesign - Mostra SERR
  • Laboratorio Espressivo Creativo dell'Ass. Cult. Apeiron
  • Spettacolo frestyle e parkour "Bagheria Non Rifiuta" dell'Ass. PiKAPPA

Patrocinio

Management e Coordinamento Artistico


Per maggiori info: www.rifiutizeropalermo.it

domenica 21 novembre 2010

Facciamo nascere un nuovo parco a Palermo

Spesso ci chiediamo cosa possono fare i cittadini per cercare di cambiare le cose nelle nostre città. A Palermo alcuni cittadini, da diversi quartieri, si sono auto-organizzati e stanno sostenendo un’iniziativa per chiedere all’amministrazione comunale la riqualificazione di un’area nei pressi di piazza A. Einstein (rotonda di via Leonardo da Vinci), attualmente abbandonata a se stessa, per destinarla a giardino pubblico attrezzato. L’area doveva accogliere edifici destinati a uffici della Regione, che però (e per fortuna) non sono stati mai realizzati. L’iniziativa è stata appoggiata dal FAI, Italia Nostra, Legambiente, Mobilita Palermo, Salvare Palermo e WWF che insieme stanno sostenendo una raccolta firme per chiedere, tramite una proposta di deliberazione, una variante urbanistica dell’area, denominata Fondo Gelsomino e destinarla a verde pubblico.

Città in Rete, sensibile ai temi ambientali, s'impegna a sostenere l’iniziativa, dando visibilità al progetto e invita tutti a firmare per raccogliere le 3000 firme necessarie. Potete stampare il file allegato seguendo il link in fondo alla pagina e dare anche voi un contributo all’iniziativa. I punti per la raccolta delle firme sono:


LEGAMBIENTE. Via Tripoli, 3
dal lunedì al venerdi dalle 16.00 alle 18.30.
Ref: Maria Zammito

LEGA DI ITALIA NOSTRA, via delle Croci, 47
Lun-Mer-Ven dalle 17 alle 19.
Ref : Ernesta Morabito.

Negozio THE PRESENT, Via uditore 12 G.
Orario normale di apertura dei negozi


link_modulo firme: http://hotfile.com/dl/83364509/3d507ad/Modulo_firme_GIARDINO_Uditore.doc.html

maggiori info: http://unnuovoparcoperpalermo.blogspot.com/



martedì 9 novembre 2010

Manifestazione Nazionale a L'Aquila

MANIFESTAZIONE NAZIONALE L'AQUILA chiama ITALIA
SABATO 20 NOVEMBRE ORE 14

L'Aquila come epicentro di un Italia in perenne stato di emergenza ambientale, occupazionale, legale ed economica.

Per informazioni e adesioni: http://www.anno1.org/

Guarda il video su: http://www.youtube.com/watch?v=bPGfCEq_iok

domenica 31 ottobre 2010

Provincia di Palermo: La situazione infrastrutturale

Stralcio sulla situazione infrastrutturale della provincia palermitana tratto dall' Osservatorio Economico 2009 della Provincia di Palermo - Rapporto realizzato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Palermo in collaborazione con l'Istituto G. Tagliacarte di Roma su:

L'ECONOMIA DI PALERMO DOPO LA CRISI

CONGIUNTURA 2009 - PREVISIONI 2010

LA SITUAZIONE INFRASTRUTTURALE

- L'articolazione delle infrastrutture

La dotazione di infrastrutture è un fattore di sviluppo del territorio che non riguarda solamente l’aspetto meramente economico-produttivo. Infatti, una adeguata dotazione quali/quantitativa di strutture sanitarie, socio assistenziali, culturali, ricreative, ecc., contribuisce direttamente a determinare la qualità del cosiddetto “capitale fisso sociale”, ovvero lo stock di assets a finalità sociale e di relazioni sociali fra soggetti, o fra soggetti ed istituzioni di pubblico interesse, che influenzano direttamente la qualità della vita. Peraltro, la qualità della vita è anche un fattore di sviluppo economico, poiché genera opportunità per lo sviluppo di interi settori di business (legati al tempo libero ed al “leisure”) incentiva la crescita del turismo e dei flussi in ingresso di investimenti esterni, talché non è possibile tracciare una linea di demarcazione netta fra economia e società.
Sotto il profilo delle infrastrutture prettamente legate alle funzioni economico-produttive (logistica, utilities per la produzione industriale, come gas, acqua, energia, reti telematiche ecc., servizi alle imprese di tipo finanziario e reale) la provincia di Palermo, in un contesto di grave sottodotazione, quale quello del Mezzogiorno, ed ancor più della Sicilia, penalizzata anche dalla sua insularità, evidenzia come vi sia una netta cesura fra le infrastrutture hub, ovvero i nodi che garantiscono i collegamenti di livello extra regionale, piuttosto ben sviluppate, sia in riferimento allo scalo aeroportuale, fra i più importanti del Sud, che alle attività del porto, anch’esse piuttosto importanti, e le infrastrutture di collegamento locale, che garantiscono la connessione fra il territorio ed i nodi principali di tipo aeroportuale e portuale. Da questo punto di vista, sia la dotazione di reti viarie che, soprattutto, ferroviarie (per lunghi tratti ancora a binario unico, non adeguata per supportare flussi di traffico sostenuti, anche se sono in corso i lavori di raddoppio su alcune tratte principali), è ancora molto carente. Ciò si traduce in una strozzatura dei flussi di traffico diretti versi gli hub di accesso esterno, come l’aeroporto ed il porto, vanificandone, quindi, in parte, il buon grado di dotazione. Nonostante questo, sia l’aeroporto che il porto hanno visto incrementare nel tempo le proprie attività. Basti pensare che il flusso di passeggeri nell’aeroporto di Palermo è aumentato, tra il 1999 ed il 2008, del +53,4%, ed il traffico delle merci veicolate nel porto del +18,6% nel periodo 2005-2008. Il ciclo economico sfavorevole non ha mancato, tuttavia, di influenzare negativamente tali dinamiche nel corso del 2009. Infatti, tra gennaio e novembre, si è registrato nell’aeroporto un calo di passeggeri pari all’1,5% rispetto al periodo corrispondente del 2008, sebbene i dati mensili evidenzino un trend di ripresa; il porto, d’altra parte, ha sperimentato, nel periodo gennaio - ottobre, una flessione tendenziale pari al -12,2%.
Altro aspetto importante di cui tener conto, è l’esistenza di un gap evidente tra la fascia costiera della provincia, attorno alla città capoluogo, attraversata dalla dorsale autostradale e ferroviaria principale (fra l’altro, beneficiaria del completamento “storico” dell’autostrada Palermo-Messina, un completamento la cui valenza è amplificata dal progetto di Ponte, o comunque dal progetto di collegare in modo più organico la Sicilia al continente) e l’area più interna e orograficamente meno pianeggiante della provincia, ancor più isolata, con problemi strutturali di sviluppo più acuti. [...], mentre la fascia costiera, ovvero la zona a maggior densità di popolazione ed attività economiche, è ben collegata, sia dall’autostrada che dalla ferrovia, gli unici collegamenti con le aree interne sono assicurati dalla viabilità secondaria, di tipo non autostradale, creando di fatto una situazione caratterizzata da un certo isolamento e da un gap di sviluppo, che penalizza sistematicamente l’area interna.

Flusso di passeggeri nell'aeroporto di Palermo nel periodo gennaio-novembre 2009 e variazioni % rispetto al periodo corrispondente del 2008

Fonte: Aeroporto di Palermo "Falcone Borsellino"

Con riferimento alle utilities ed ai servizi finanziari e reali legati alle attività produttive (energia, distribuzione dell’acqua, servizi bancari, altri servizi alle imprese, infrastrutture immateriali telematiche), la presenza di un’area urbana, e di alcune fra le più importanti aree industriali della regione, fa sì che le infrastrutture bancarie, di servizi reali e quelle immateriali, legate alla presenza di ampi bacini demografici e di imprese, tipici di aree urbane sviluppate, abbiano un grado di diffusione complessivamente soddisfacente. Anche i principali servizi sociali di rango urbano, come le scuole e le strutture sanitarie, hanno, almeno in termini quantitativi, una offerta del tutto adeguata. Viceversa, servizi più “rari”, che però qualificano in modo più evidente la qualità della vita in ambito locale, come ad esempio i servizi per il tempo libero e la cultura, come anche alcune utilities tipiche di aree ad elevato sviluppo industriale, come le reti energetiche ed ambientali, presentano ancora ritardi di offerta evidenti, ingiusitificabili se paragonati al peso demografico e di densità imprenditoriale che la provincia di Palermo assume nell’ambito della Sicilia e del Mezzogiorno, e che peraltro la colloca in una posizione di svantaggio rispetto alla sua tradizionale “provincia rivale”, in ambito siciliano, ovvero Catania. Ciò non può che riflettersi in un gap di qualità della vita e di competitività delle imprese locali. In prospettiva, assume una importanza molto rilevante lo sblocco recente dei finanziamenti necessari per la realizzazione dell’interporto di Termini Imerese, una struttura che ha già una importanza vitale in sé, perché consentirà di movimentare le merci in modo più efficiente e rapido, valorizzando meglio la struttura portuale ed i suoi collegamenti, viari e ferroviari, con il retroporto, ma che assume una rilevanza specifica, in quanto elemento essenziale per il rilancio competitivo del polo Fiat, di primaria importanza, sotto il profilo economico ed occupazionale, per la provincia.

Indici di dotazione infratrutturale nelle province siciiane ed in Italia in numero indice (2007)

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

martedì 26 ottobre 2010

Gestione dei rifiuti a Palermo

Riceviamo e inoltriamo la seguente comunicazione sulla gestione dei rifiuti a Palermo


[Foto: Rifiuti Zero Palermo]

IL TRACOLLO DELL´AMIA
L'AMIA 8 anni fa era un'azienda in attivo. Adesso è al tracollo. [Fonte:la Repubblicahttp://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/13/sei-anni-che-sconvolsero-amia.html] Ha 180 milioni di euro di debiti e rischia il fallimento. E' adesso amministrata da 3 commissari di Governo per conto del Tribunale fallimentare. Il decadimento dell´azienda (a 100% di capitale del Comune) è iniziato quando il Sindaco di Palermo Diego Cammarata nel 2001 appena eletto nomina i nuovi vertici dell´AMIA: Enzo Galioto (oggi senatore -PDL come il Sindaco-) e Orazio Colimberti, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell'AMIA.
Già nel 1999 l'Amia (con Presidente Artioli e Sindaco Orlando) aveva predisposto un progetto di massima per una piattaforma integrata per la gestione del ciclo dei rifiuti che prevedeva la costruzione di tutta una serie di impianti. Per quasi tutti gli impianti (ad eccezione dell´impianto di biogas) sono stati spesi i soldi senza che questi siano entrati in funzione, o non sono stati proprio costruiti (ad es. l´impianto di Compostaggio).

Gli impianti progettati erano:

di compostaggio,
di selezione della frazione secca multimateriale,
di trattamento e triturazione di inerti,
di depurazione del percolato,
un generatore di calore ed energia elettrica alimentato dal biogas prodotto dai rifiuti,
una nuova area di ingresso e accettazione mezzi,
un impianto per il trattamento di smontaggio, triturazione e separazione della frazione metallica dei rifiuti ingombranti raccolti porta a porta,
di compattazione e trasferenza,
di incenerimento di rifiuti ospedalieri,
una discarica di prima categoria per accogliere i residui di lavorazione dei rifiuti,
un lavaggio per i veicoli che conferiscono in discarica.

[Fonte:http://notes9.senato.it/W3/Lavori.nsf/All/24E3FAC6B20C08DB412567FC002F262B?OpenDocument (COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE 1999 - paragrafo 3.2.1.)]

Lo stato attuale delle cose è
questo:

- l´impianto di compostaggio, ha atteso 10 anni le autorizzazioni, da qualche mese, per quel che ne sappiamo, sono in corso gli espropri.
- dei due impianti di selezione (valorizzazione) della raccolta differenziata ne è stato costruito solo uno a Partanna-Mondello costato 2 milioni di euro (di fondi europei) ma non è stato mai messo in funzione! L'impianto, a quanto pare non ha superato il collaudo.
[Fonte: la Repubblica, articolo intitolato "Amia, l'impianto fantasma": http://palermo.repubblica.it/dettaglio/articolo/1418945]
- L´impianto per la depurazione del percolato (il liquido altamente inquinante prodotto dalla degradazione dei rifiuti in discarica) è stato costruito dopo quasi un decennio, ma è capace di depurare solo un terzo del percolato prodotto e spesso non funziona. Per il trasporto e la depurazione del percolato sono stati spesi circa 20 milioni di euro in 3 anni (mediamente circa 7 MILIONI di euro l´anno). L´impianto realizzato nel 2009 è costato circa 1,2 MILIONI (ma è sottodimensionato: può trattare solo 1/3 del percolato prodotto) Con circa metà della spesa di un solo anno l´AMIA poteva essere autosufficiente nella gestione del percolato! Le ditte che si occupano del trasporto e della depurazione del percolato sono sempre le stesse. Quasi tutto il percolato (una persona di Legambiente ci ha detto addirittura il percolato di tutta la Sicilia) viene mandato a Gioia Tauro (Ma quanto è grande questo impianto?).

Intanto da metà settembre 2009 si è formato un lago di percolato accanto alla discarica (in una zona non impermeabilizzata) che è stazionato lì per 9 mesi circa e che 'rischia di inquinare' le falde acquifere. Il percolato (come si vede dalle foto allegate) usciva proprio dal bordo della vasca, nella quale i rifiuti sono accatastati formando una vera e propria montagna. Intanto il percolato ha già inquinato quattro pozzi privati alle falde di Bellolampo, dagli accertamenti disposti dai pm è emersa la presenza di solfiti, nitrati e metalli [Fonte http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/94088/conferma-delle-analisi-percolato-inquina-pozzi-palermo.htm articolo del 21-06-2010] L´AMIA smentisce con una nota: [http://www.siciliainformazioni.com/giornale/cronacaregionale/94136/rifiuti-amia-palermo-analisi-evidenziano-inquinamento-percolato-cammarata-difende-colpe-lemergenza.htm?a=comment#newComment 22-06-2010]

Adesso, dopo che a metà giugno è stato prosciugato il lago, il percolato arriva al bordo della quarta vasca. I rifiuti della quarta vasca praticamente 'galleggiano' sul percolato, che con le piogge abbondanti rischia di tracimare della vasca e riformare il lago nella stessa zona non impermeabilizzata (con rischio di inquinamento ambientale), come avvenuto nei mesi scorsi.
Il lago di percolato era stato segnalato il 23 ottobre 2009 con un esposto alla magistratura dalle associazioni Rifiuti Zero Palermo e Liberacqua. Da questo sono scaturite due filoni di indagine: una ambientale e una amministrativa.

Renata Di Fazio
(vice presidente Ass. Rifiuti Zero Palermo)

domenica 24 ottobre 2010

Gis Day 2010


Il Consorzio Ticonzero, centro di competenza nel campo dell'informatica territoriale, organizza in occasione del GIS Day del 2010 - in collaborazione con il Consorzio ARCA, Planetek Italia, Zenit e TANTO - una giornata dal titolo:

"GIStales: di dati, persone e strumenti”

L'evento si svolgera’ mercoledi’ 17 Novembre a Palermo, e sarà diviso in due momenti:
• la mattina, convegno e sessione poster presso la Sala Magna di Palazzo Steri
• il pomeriggio, workshop su remote sensing e webmapping, presso il Consorzio ARCA

Il programma - ancora in fase di definizione - è consultabile qui: http://gisday2010.ticonzero.net/programma.
Per ragioni organizzative è necessario confermare la propria partecipazione al convegno, registrandosi al seguente indirizzo: http://gisday2010.ticonzero.net/registrati.

I workshop didattici sono a numero chiuso: 30 persone per ciascuno. L’iscrizione avverrà tramite un differente modulo online, che verrà pubblicato in seguito.

Il GIS Day ha carattere mondiale e si svolge contemporaneamente in 28 Nazioni: http://www.gisday.com/. L'evento comprende una sessione poster, cui è ancora possibile partecipare. Per inviare la richiesta di partecipazione alla sessione e per qualsiasi altra informazione scrivere all'indirizzo gisday@ticonzero.net.

sabato 23 ottobre 2010

Le aree metropolitane siciliane

Fin dal 1986, con la Legge Regionale n. 9 del 6 marzo, la Regione Siciliana si dotava di alcuni obiettivi di ampia portata in materia di governo del territorio e di funzioni dell'ente provincia, anticipando di alcuni anni la legislazione nazionale. Tra le principali azioni di governo della legge troviamo l’istituzione delle aree metropolitane regionali. Queste particolari aree urbane, sono caratterizzate da una concentrazione umana e delle attività che pone compiti di gestione e di pianificazione di dimensione intercomunale.
Per la loro individuazione e perimetrazione la legge individua i seguenti parametri:

a. siano ricomprese nell'ambito dello stesso territorio provinciale;

b. abbiano, in base ai dati ISTAT relativi al 31 dicembre dell'anno precedente la dichiarazione, una popolazione residente non inferiore a 250 mila abitanti;

c. siano caratterizzate dall'aggregazione, intorno ad un comune di almeno 200 mila abitanti, di più centri urbani aventi fra loro una sostanziale continuità di insediamenti;
d. presentino un elevato grado di integrazione in ordine ai servizi essenziali, al sistema dei trasporti e allo sviluppo economico e sociale.

L'area metropolitana assume le funzioni spettanti ai comuni in materia di:

1. disciplina del territorio, mediante la formazione di un piano intercomunale relativo:
- alla rete delle principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie e dei relativi impianti;
- alle aree da destinare ad edilizia pubblica residenziale convenzionata ed agevolata;
- alla localizzazione delle opere ed impianti d'interesse sovra-comunale.
2. formazione del piano intercomunale della rete commerciale;
3. distribuzione dell'acqua potabile e del gas;
4. trasporti pubblici;
5. raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani.

Palermo, Catania e Messina sono le realtà urbane siciliane che, nel possedere livelli di scambio e di relazioni interne di più intensa dimensione, possono anche reggere la definizione di area metropolitana. Le tre aree metropolitane, proprio perché costituiscono il sistema dei centri di maggiore peso demografico dell’isola e perché conservano la continuità del rapporto tra le capitali storiche ed il territorio siciliano, vanno misurate in ragione delle possibilità e delle opportunità che esse possono esprimere, nel contesto regionale, come sistemi integrati di servizi ed attività complesse.
La delimitazione delle tre aree metropolitane siciliane ha tenuto conto di alcuni aspetti che si ritengono fondamentali in relazione degli obiettivi che attraverso la loro costituzione si ipotizza di raggiungere:

1. dare luogo ad un sistema urbano capace di relazionarsi con il resto del territorio internazionale, nazionale e regionale;
2. definire un ambito territoriale dove l’insieme degli elementi che formano l’insediamento umano posseggono, di fatto e potenzialmente, una somma di relazioni interne, di carattere quasi giornaliero, fortemente prevalente rispetto alle relazioni che gli stessi elementi posseggono con l’esterno;
3. determinare un ambito territoriale dove le scelte di governo e pianificazione del territorio, ponessero problemi di interesse intercomunale;
4. determinare un ambito territoriale dove la necessità di gestione diretta dei trasporti pubblici, della distribuzione dell’acqua e del gas e della raccolta dei rifiuti fosse necessariamente da affrontare secondo criteri di interesse intercomunale.

Anche a livello nazionale si è previsto con la legge 142/90 prima e con il Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali n. 267 /2000 l’istituzione delle città metropolitane, in particolare delle città di Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari, Napoli e degli altri comuni i cui insediamenti abbiano con essi rapporti di stretta integrazione in ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale, nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali.
Con il passare degli anni, però, l’istituzione delle aree metropolitane si è arenata tra le tante insidie burocratiche e i numerosi avvicendamenti politici, rimanendo soltanto sulla carta, fermandosi molto spesso alla semplice delimitazione di tali aree. Quanto ancora dovremo aspettare, prima che le aree metropolitane diventino realtà?

Marcello Blanda

Bibiliografia:

"Le aree metropolitane siciliane" di Nicola G. Leone e Andrea Piraino per le Edizioni Incipit collana AnciSicilia
“Aree metropolitane Città metropolitane: l’individuazione dell’area metropolitana” di G. Campilongo (ARPA Lombardia)

lunedì 18 ottobre 2010

Classifica di Ecosistema urbano 2010: giù le città siciliane

Dal rapporto annuale di Legambiente, sulla qualità ambientale nelle città italiane, si evince il peggioramento dei grandi centri, ad eccezione di Torino, soprattutto quelli del sud. Sono i piccoli centri ad aggiudicarsi i posti alti della classifica. Belluno (città con meno di 40.000 abitanti) passa in testa alla classifica. Palermo e Catania occupano il terzultimo e ultimo posto.
Alcuni dei parametri utilizzati sono: l'affidabilità del trasporto urbano, la qualità dell'aria, l'efficienza del sistema idrico, la raccolta differenziata, la superficie verde per ogni abitante, la gestione dei rifiuti, i chilometri di piste ciclabili, la diffusione delle energie rinnovabili, la quantità di acque reflue depurate.
Qualcuno potrà pensare che un piccolo centro è più gestibile rispetto ad una grande metropoli. Ma dobbiamo considerare che anche i grandi centri possiedono (o dovrebbero possedere) dei piani per la gestione e il monitoraggio della qualità ambientale.
Nelle politiche urbane e territoriali è importante l'aspetto ambientale, esistono infatti i mezzi per poter operare in tal senso. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per esempio, così tanto sfoggiata nelle migliori conferenze e seminari degli addetti ai lavori, rimane, almeno al sud Italia, una pura metodologia di valutazione ambientale da applicare nei corsi laurea attinenti.
Forse, quando le regioni si decideranno a normare seriamente tale strumento che, tra i tanti obiettivi, permette il monitoraggio continuo del territorio, anche il sud potrà respirare aria più pulita ed ottenere quei risultati ambientali che migliorerebbero la qualità di vita dei propri cittadini. 

Salvatore Abruscato

domenica 17 ottobre 2010

Palermo: verde e standard urbanistici

Stralcio di un articolo pubblicato su IL GIORNALE DEI QUARTIERI, mensile di attualità e informazione di Palermo negli anni '80.

IL GIORNALE DEI QUARTIERI n. 7/8 - Luglio-Agosto 1981

IN MATERIA DI VERDE... SIAMO AL VERDE
Ai palermitani spetta solo una mattonella di verde

di GIUSY SERRAVALLE

A Palermo la percentuale di verde pubblico "godibile" è di 0,25 metri quadrati per abitante. Cioè una mattonella in ceramica con la quale si pavimenta la cucina.
Il Piano Regolatore Generale, invece, uno dei documenti meno consultati e maggiormente messi da parte in questa nostra e difficile città, ne prevede, per abitante, 16,5 metri quadrati. Una bella differenza, quindi, che mostra chiaramente come il problema del verde pubblico sia diventato uno dei tanti "casi" che dovrebbero essere affrontati dalla Amministrazione Comunale e posti fra quelli di primaria importanza. Invece, da anni ormai, di verde pubblico se ne parla sempre meno. Alle volte, come è il caso del parco di Villa d'Orleans, la parola verde viene accoppiata con quella "attrezzato", tanto per dare una parvenza di "parco" a delle strutture che saranno essenzialmente sportive.
A Palermo, se consideriamo appunto le strutture sportive, quelle di viale del Fante, ed il parco della Favorita la percentuale di verde per abitante sale a 3,9 metri quadrati. Ma fino a che punto si può parlare di verde "pubblico"?

Panoramica di Palermo e Parco della Favorita

Dopo aver letto parte di questo articolo viene automatico domandarsi, dopo tanti anni, se la città è riuscita a guadagnare abbastanza metri quadrati di vede pubblico per tutti i suoi abitanti.
Gli standard urbanistici sono previsti dal Decreto Interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444. Tale decreto, ricordiamo, viene emanato dopo la L. 765/67 (legge ponte) e prevede standard relativi a diversi tipi di attrezzature di interesse locale e generale (o territoriale).
Per quanto riguarda le attrezzature d'interesse locale, o di quartiere, il decreto stabilisce che ogni cittadino ha diritto ad un minimo di 18 mq di spazio pubblico ripartito nella seguente maniera:

- mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo;
- mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile ecc.) ed altre;
- mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
- mq 2,50 di aree per parcheggi.

Il problema degli spazi pubblici, quindi, non riguarda soltanto il verde ma anche tutti i settori e servizi pubblici di cui la città di Palermo "è dotata".

Salvatore Abruscato

sabato 16 ottobre 2010

Emergenza rifiuti a Palermo

Riceviamo e inoltriamo la seguente comunicazione sull'emergenza rifiuti a Palermo [Foto Repubblica Palermo]
EMERGENZA PROCURATA
Noi siamo convinti che questa emergenza sia stata procurata e programmata. Sembra che si sia fatto di tutto non fare funzionare la gestione dei rifiuti e per far riempire sempre più velocemente la discarica, creare un enorme danno ambientale per convincere che la discarica non va usata e va costruito il "termovalorizzatore" (come se fossero le uniche due alternative per la gestione dei rifiuti), e spacciandola per giunta come "soluzione per l´emergenza". Non sono stati costruiti o messi in funzione gli impianti utili (di compostaggio, selezione della Raccolta differenziata, Centri Comunali di Raccolta -CCR-, Trattamento meccanico biologico per il residuo, trattamento percolato, triturazione degli inerti,..), si è portato al collasso l´azienda cittadina di gestione dei rifiuti (con le ripercussioni in città che ne conseguono), con spese incredibili e assorbendo ingenti risorse per risanarne i conti, anche con generose elargizioni del governo nazionale -in virtù di situazioni di "emergenza"-. Si è di fatto in tutti i modi scoraggiata la raccolta differenziata (che è addirittura diminuita negli anni passando in pochi anni dal 9% al 4%), con un pessimo servizio, sia con le campane stradali sempre piene e insufficienti, che con il -limitatissimo- servizio di raccolta condominiale e nelle attività commerciali. Non sono mai stati costruiti i Centri Comunali di Raccolta (già previsti dal decreto Ronchi), quando c´era, prima dell´era Cammarata, un piano di realizzazione di 7 CCR. Intanto si scarica in discarica in deroga da tre anni. La deroga, in virtù dell´emergenza riguarda anche il rispetto della legge sul pretrattamento dei rifiuti, che è finalizzato principalmente alla riduzione del biodegradabile in discarica, allo scopo di limitare la formazione di biogas e percolato. A Bellolampo invece i rifiuti vengono 'pretrattati' da un semplice tritovagliatore che separa solo i metalli, e dall´impianto UNIECO che non separa l´umido, ma solo vetro e metalli, tritura tutto il resto e lo mescola a calce, con l´effetto di rallentare soltanto la produzione di percolato, che viene comunque prodotto. Inoltre il Prefetto (Commissario per l´emergenza nella provincia di Palermo da gennaio 2009 al 9 Luglio 2010) dall´inizio del suo mandato si è accanito contro una categoria di lavoratori che impediva che un´enorme quantità di rifiuti finisse in discarica: i rigattieri, raccoglitori di metalli, cartone, e oggetti per il mercato del riuso. I cosiddetti "cenciaioli", che toglievano una rilevante quantità di rifiuti dalle strade. Un mestiere comune nella città di Palermo. Erano più di 400, e lavoravano con partita iva e in regime di autofattura, quasi tutti senza autorizzazione al trasporto, ma totalmente tollerati dalle forze dell´ordine, finché il governo non ha convertito il decreto per l´emergenza rifiuti in Campania estendendo l´inasprimento delle pene per raccolta, trasporto e discarica abusiva a tutta l´Italia, e il Prefetto non ha deciso con molto zelo di farlo applicare. E proprio di "discarica abusiva" vengono quasi sempre ingiustamente accusati (quando in realtà raccolgono!). Hanno provato a regolarizzarsi. Alcuni (84) hanno formato una cooperativa, l´APAS, che ha lavorato in convenzione gratuita (per Comune, AMIA e cittadini) per 3 mesi e hanno dimostrato di potersi sostenere con i soli contributi CONAI e proventi della vendita dei metalli, del cartone e della plastica recuperati quasi esclusivamente dalle strade. Hanno raccolto in soli 54 giorni lavorativi 1.000 tonnellate di carta e cartone (mediamente 220 Kg l'uno al giorno). La convenzione non è stata più rinnovata. (http://www.apasicilia.it/)
Rifiuti Zero Palermo

venerdì 15 ottobre 2010

Raccolta rifiuti a Palermo: differenze nella differenziata

Riceviamo e inoltriamo il seguente comunicato relativo alla situazione della gestrione dei rifiuti a Palermo

RACCOLTA DIFFERENZIATA `PORTA A PORTA´ ("PALERMO DIFFERENZIA")

A Palermo il Progetto Palermo Differenzia di raccolta porta a porta ha dato ottimi risultati: nel primo step, che ha coinvolto una zona centrale della città, si è passati dal 4% al 79% in 6 settimane [Fonte:Ministero dell´Ambiente http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=102218]. Il primo step di Palermo Differenzia è partito all'inizio di Febbraio 2010, adesso siamo arrivati al quarto. In tutto il progetto riguarda solo il 11% circa della popolazione di Palermo (76.000 abitanti su 667.000) [Fonte: AMIA http://www.amianet.it/].


[Foto Repubblica Palermo]

Mentre dove c'è la raccolta porta a porta si sono raggiunti risultati ragguardevoli (tra il 60 e il 70% il primo mese in ogni step) le campane del resto della città sono state svuotate solo raramente, vanificando gli sforzi di chi continua a fare la differenziata. L'estensione a tutta la città della raccolta porta a porta mi risulta che non sia neanche nel piano industriale dell'AMIA.

Renata Di Fazio
Rifiuti Zero Palermo

sabato 9 ottobre 2010

Oltre gli spazi su youtube


Il video dal titolo OLTRE GLI SPAZI e' stato pubblicato su you tube.
Per visualizzarlo clicca sull'immagine oppure i seguenti link:

Oltre gli spazi 1 parte:

Il reportage vuole raccontare la crisi degli spazi pubblici, quali piazze, strade, luoghi e "non luoghi" della città, per mezzo di immagini, suoni e rumori, interviste ai cittadini di Palermo ed ai tecnici interessati al tema.
Il video tenta di mostrare in che modo oggi gli spazi pubblici vengono vissuti e come vengono percepiti dalla collettività.

Immagini ed interviste di Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Montaggio di Enrico Montalbano, assistenti: Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Musica originale Hatori Yumi - Brusio Netlabel. Questo video è presentato da Legambiente e realizzato grazie al contributo di Fondazione per il Sud all'interno di "a scuola di partecipazione".

Buona visione!

giovedì 7 ottobre 2010

Emergenza rifiuti in Sicilia

Riceviamo e inoltriamo il seguente COMUNICATO STAMPA

Emergenza rifiuti: un farsa per movimentare denaro pubblico senza controllo

Palermo, 7 ottobre 2010 - Il Governo nazionale ha stabilito che lo stato di emergenza rifiuti in Sicilia, di cui commissario è stato nominato il governatore Lombardo, durerà fino al 2012, con ciò trasformando l´emergenza in stato stazionario. La Sicilia, infatti, è in emergenza rifiuti dal 1999, con una breve parentesi dal 2007 al 2010.
Questo tradisce una sola, triste realtà: il Governo non è in grado di risolvere il problema rifiuti in Sicilia, come non lo ha risolto a Napoli dove ha nascosto fuori città una montagna di RSU ed ha approntato un Piano Rifiuti emergenziale basato su inceneritori ed impianti di discarica.

Adesso Lombardo, nella veste di Commissario all´emergenza rifiuti, avrebbe dovuto produrre un Piano Rifiuti Regionale entro il 21 settembre, cosa che non è avvenuta, e che si sta nascondendo riproponendo alla stampa notizie vecchie come la costruzione di un impianto di smaltimento nella valle del Dittaino e l´esportazione dei rifiuti.
Temiamo allora fortemente che per la Sicilia sia stata programmata la stessa sorte di Napoli, un Piano Rifiuti solo in ritardo, di modo che l´emergenza possa giustificare altre discariche e nuovi inceneritori, che tanto erano stati criticati da Lombardo quando facevano parte del Piano Cuffaro. Questo avrebbe il solito scopo finale di poter movimentare molto denaro pubblico con il minimo di controllo.

Ci batteremo dunque per un immediato Piano Rifiuti sostenibile, poco costoso e non inquinante, così come prevede la legge in vigore che attribuisce un ruolo assolutamente preponderante alla riduzione della produzione dei rifiuti, al riuso e alla raccolta differenziata e al riciclo.

Associazione Rifiuti Zero Messina
Associazione Rifiuti Zero Palermo

sabato 2 ottobre 2010

Il Parco dell'Oreto a Palermo


In ordine da sinistra a destra e da sopra a sotto: tratto del fiume Oreto nei pressi del ponte Corleone, del ponte Oreto, della foce e foce del fiume. Foto di Salvatore Abruscato.

Il recupero del fiume Oreto è importante, oltre che per la valenza puramente ambientale, per il contributo che potrebbe offrire al riordino urbanistico di tutto l’intorno e di tutte le parti urbane della città che ad esso si affacciano.
La parola recupero affiancata al fiume Oreto riempe di speranza qualche cittadino e di orgoglio qualche amministratore, anche se, sia l'uno che l'altro, ne hanno sempre e solo sentito parlare.
Concretamente, ad oggi, la città di Palermo vive uno dei periodi più tristi della sua storia e vita urbanistica e sociale, e tutto questo lo si deve a qualche cittadino e a qualche amministratore. Almeno questa è l'impressione che si ha camminando per le vie del centro e delle periferie. I tentativi di ripresa, non solo del fiume ma anche dell'intorno, sono deboli o inesistenti.
La storia non è stata felice con questa parte di città. Già nel 1885 il Piano Giarrusso orientava il futuro sviluppo urbanistico e sociale al nord della città, voltando le spalle ad una parte urbana che fino ad allora aveva goduto di prestigio, almeno in parte, grazie all'Orto Botanico e la Villa Giulia. Il P.R.G. di Palermo del 1962 vedeva il fiume come un ostacolo per la città, cosicché negli anni ’60 e ’70 la costruzione di edifici residenziali ai margini del fiume, soprattutto in prossimità della foce, impoveriscono e banalizzano le comunità animali e vegetali e riducono le biodiversità, che pur esistevano fino ad alllora. Oggi il fiume si presenta molto inquinato, sono presenti abusi nella captazione ed uso delle risorse idriche e disordini geologici ed idrogeologici.
Il presente continua ad essere alquanto incerto ed ombroso. Non si sa quando e come inizieranno i lavori per la realizzazione del Parco dell'Oreto, tanto sbandierato e tanto dimenticato, sia dagli orgogliosi che dai fiduciosi.

Salvatore Abruscato

venerdì 1 ottobre 2010

Dentro le città

Foto di Giulia Morana
Stralcio dell'introduzione del libro "Il commercio e l'artigianato dentro le città. Esperienze di riqualificazione urbana" di Iginio Rossi. Etaslibri, 1998, Milano.

Il rapporto intimo e personale con le città appartiene al ricordo dei pochi che le hanno vissute quando l'inquinamento non aveva ancora conferito all'aria lo sgradevole colore giallastro visibile dall'aereo che sorvola le aree metropolitane, oppure è tuttora possibile? In genere, nei primi impatti raggiungono le narici dei cittadini gli odori dei gas di scarico degli autoveicoli, dei rifiuti urbani, delle fognature. Per sottrarsi essi devono guadagnare le poche aree pedonali, ma anche qui vengono accolti dagli olezzi del fritto, dal mix indescrivibile emanato dai cassonetti. Non resta loro che l'alloggio in cui rilassarsi, sempre che i materiali di costruzione e gli arredi vari non li avvolgano con oli sintetici.
La possibilità di risanare questo non-ambiente può provenire solo da un sistema di ri-costruzione delle pratiche collettive e private a livello teritoriale ampio, ma nell'attesa che ciò avvenga noi cittadini dobbiamo darci da fare per riqualificare l'ambiente in cui quotidianamente viviamo. In questo senso la cura, la conoscenza, la comprensione e la ri-scoperta delle città sono alcune delle pratiche fondamentali della strategia ecologica urbana.
Raggiungere una migliore qualità della vita vuol dire anche potere riconoscere l'odore delle città, percepire le varie consistenze della loro pelle, ammirare le differenti immagini e ascoltare la voce degli spazi pubblici. Vi è, dunque, un vasto ambito percettivo che può rappresentare lo stumento per addentrarsi nello "spirito" urbano, in particolare in quello dei luoghi che per loro identità accolgono le attività collettive.

giovedì 23 settembre 2010

Main_Off Ballarò\Albergheria


Venerdì 24 settembre a ballarò, dalle ore 18, MAIN_OFF 7° Congresso delle Musiche e delle Arti Elettroniche Indipendenti con:
Stasi, Dj Naiff, Hatori Yumi, Static Waves + Igor Scalisi Palminteri, Dj Tronica, Erik Honerek, P.A.T.R.I.Z.I.A. (Love Dance), Zetabass, Camillo Amalfi e AUDIO/VIDEO INSTALLATION.
Dalle ore 19 in poi, in via San Nicolò (accanto P.zza Ballarò), si potranno vedere e ascoltare le interviste che raccontano Palermo ed i suoi spazi, con la proiezione del video Oltre gli spazi.

giovedì 16 settembre 2010

workshoPubblico...era ora!

Abbiamo il piacere di pubblicare (finalmente) alcune considerazioni emerse durante il workshop di fine maggio tenutosi al Left. Chiaramente non vuole essere un punto di arrivo, anzi...ripartiamo! Salutiamo tutti coloro che erano presenti quel giorno e chi sta prendendo visione adesso delle nostre iniziative che, speriamo, siano sempre più numerose e costruttive.

Le immagini si riferiscono ad alcuni momenti del workshop.
Durante la visione del video proiettato (Oltre gli spazi) sono stati utilizzati dei post-it per consentire, a chi era presente, di annotare qualsiasi commento o riflessione riferito allo spazio pubblico (cos'è, cosa non è). Si è giunti poi alla discussione, che è stata animata proprio dalla lettura e condivisione degli stessi post-it dai quali sono emerse anche delle proposte.

Buona lettura!

  • Cos’è lo spazio pubblico?

    - Uno spazio dove non vi siano pericoli;
    - È un luogo di riposo, confronto, dialogo aperto a tutti, dove vi sono le regole del vivere civile e vivere comune. Non è solo la giocatina a carte o la corsa del bambino, è un rifugio, uno stacco, una pausa, non è solo una piazza, ma un luogo trattato in base alle necessità del cittadino;
    - Uno spazio destinato alla libera fruizione da parte dei cittadini (senza obbligo di costi) che rispecchi le esigenze delle comunità e dei singoli;
    - Autogestione esplicazione delle proprie potenzialità, determinazione collettiva del reale;
    - Uno spazio aperto;
    - Luogo di incontro tra realtà sociali, luogo di scambio idee, luogo di libera espressione e comunicazione, nel rispetto del luogo pubblico stesso;
    - Dovrebbe essere un luogo nel quale la gente si ritrova, dove socializzare, dove condividere, parlare. La comunicazione, la socializzazione ritengo sia indispensabile alla crescita culturale di una città;
    - Il luogo in cui estranei si incontrano e condividono le stesse cose;
    - Un luogo dove poter stare insieme lontano dallo stress della città, un luogo creativo dove la gente vive serenamente, una alternativa pulita della città;
    - La risultante tra spazi pieni e spazi vuoti all’interno di uno spazio urbano e opportunamente gestito per essere condiviso dalla comunità, per esprimere la propria individualità;
    - È oggi in assoluto un luogo senza alcuna valenza, caratterizzato da una peculiare vivibilità. Un luogo cioè dove è priva ogni forma di partecipazione;
    - Uno spazio chiuso;
    - È il cuore e l’anima della città. È il luogo in cui le persone si incontrano e si esprimono liberamente;
    - Un area che ogni cittadino dovrebbe avere all’interno del proprio paese/città, dove poter condividere il quotidiano;
    - Lo spazio in cui la gente riesce a ricrearsi ed interagire fra loro;
    - Il luogo dove si instaurano le più importanti relazioni sociali, dove è possibile discutere socializzare. È un diritto e in quanto tale va garantito a tutti, in centro come in periferia;
    - La piazza nasce come luogo di incontro della cittadinanza che vi esercita le funzioni democratiche. L’incontro, lo scambio di opinioni, il contatto diretto, sono elementi indispensabili del controllo dei cittadini sul potere del’amministrazione. È senso di comunità. Il senso di comunità è la base della civile convivenza;
    - Spazio fuori dal mercato che favorisca l’incontro-confronto o semplicemente lo svago degli individui. Solo in uno spazio pubblico si scopre il senso di appartenenza di una collettività … si scopre di non essere soli;
    - Una porzione di territorio, che deve essere utilizzato per sviluppo di attività mirate ad aggregare il più possibile i giovani, gli anziani e tutte le persone che vorrebbero un posto dove poter passare tranquillamente un po’ del proprio tempo libero …
    - Left – stadio – le piazze – il web – la spiaggia – mare – la vucciria – ballarò – mercato;
    - Spazio: luogo di condizione, esperienze di una situazione. Pubblico: gestione politica nell’interesse della collettività con consapevolezza delle eterogeneità;
    - Luogo aperto a tutti ma nel rispetto di tutti;
    - Il comune, le piazze, il mare, il cinema;
    - Socialità, collettività, incontro, ossigeno, oltre ogni individualità;
    - Luogo di condivisione sociale, aggregazione, partecipazione, aperto e democratico;
    - I mercati nella loro dimensione di scambio di idee, nell’accezione di agorà;
    - Uno spazio usufruibile da tutti e percepito come tale. Spazio di socialità;

    - Un luogo in cui una comunità può “ socializzare” le necessità individuali e costruire una rete di solidarietà;
    - Un luogo per la collettività..

  • Cosa non è lo spazio pubblico?

    - Non è un posto dove lucrare con falsi appalti e con strategie del disinteresse;
    - Centro commerciale, spazio che crea esclusione, dove alcuni possono accedere ed altri no, per svariati motivi, il più delle volte di ordine economico;
    - Aperto a tutti ma senza rispetto di nessuno;
    - Sinceramente no è tutto ciò che adesso è ritenuto spazio “pubblico”. I centri commerciali riorganizzati come piazze o parti di città, quale luogo di aggregazione. Sinceramente non costituiscono un luogo di aggregazione, se non per l’acquisto di qualcosa!!
    - Luogo reso inaccessibile dalla inciviltà della cittadinanza, oltre che da chi se ne appropria abusivamente;
    - Uno spazio accessibile solo a pochi;
    - Luogo calato in una città senza alcuna condivisione e compartecipazione dal basso;
    - Oggi gli spazi pubblici sono negati in quanto molto spesso le piazze sono adibite a parcheggio o non sono attrezzati. Stanno cercando di farci credere che i luoghi privati (centri commerciali) possano essere considerati spazi pubblici, ma non è così;
    - Ovviamente un area che è privata, che non è resa fruibile se non tramite delle iniziative già organizzate da altri privati;
    - Non è uno spazio per pochi;
    - Non è spazio pubblico tutto lo spazio che viene “impedito” per ragioni oggettive al di la della esistenza stessa degli spazi;
    - Uno spazio piccolo, inadeguato che viene recintato e spacciato per spazio pubblico;
    - Lo spazio non pubblico oggi è caratterizzato da centri di aggregazione private di natura commerciale il cui proliferare fa intendere la finalità speculativa dell’aggregazione;
    - Lo spazio non adatto allo svolgimento di quelle attività che alzano il livello qualitativo di ogni singolo individuo;
    - Non è uno spazio pubblico il centro città, zone commerciali;
    - Non è uno spazio dove chiunque investito da potere o meno può deliberatamente decidere di essere il futuro di esso senza la collaborazione di tutte le parti;
    - Una piazza, non è sufficiente che un luogo sia “arredato”, piuttosto è indispensabile che la gente che agisce in quel luogo partecipi alla gestione e alla costruzione dello spazio;
    - Cemento, automobili, smog, centri commerciali;
    - Centri commerciali, chiese, negozi ed ogni luogo in cui il fine ultimo dell’interazione è uno scambio commerciale o l’indottrinamento di massa;
    - Esiste il pubblico? Esiste la voglia di condivisione? La convivenza può essere etica?
    - Le strade di Palermo perdono la funzione di spazio pubblico. Il cittadino per la strada è un soggetto individualista che attraversa la città per spostarsi da un luogo chiuso ad un luogo chiuso e privato;
    - Tutto quello che è determinato direttamente o indirettamente da interesi privati da aziende sia legali che illegali (mafie);
    - Non è un parcheggio, non è una discarica, non è uno spazio privato;
    - È non pubblico tutto quello a cui non si può accedere quando si vuole.

  • Proposte
    (Molti nomi di piazze, parchi e luoghi nominati in queste proposte fanno riferimento alla città di Palermo)


    - Per il bene dello spazio pubblico è necessario sensibilizzare la gente al rispetto delle cose proprie e degli altri;
    - Si potrebbe sfruttare e cominciare la storia del luogo. Ponte Ammiraglio (corso dei mille);
    - Uno spazio pubblico che potrebbe essere utilizzato nel migliore dei modi è p.zza Alcide De Gasperi;
    - Piazza Durante, attualmente parcheggio regolare e in parte abusivo. Nella parte del parcheggio abusivo si potrebbe ricavare una piazza a tutti gli effetti soprattutto per adulti (?)
    - Cercare di riappropriarsi di questi spazi cercando di restituirgli la loro originaria funzione;
    - Luogo aperto a tutti ma non per tutti; aperto dall’amministrazione in un contesto di iniziative collegate e coordinate;
    - Integrare e operare sul territorio, cercando di comprendere gli effettivi bisogni delle persone e del territorio;
    - Vorrei una maggiore attenzione agli spazi pubblici delle periferie, perché quelli riusciranno a funzionare, forse allora, a poco a poco, anche le zone centrali delle città potrebbero migliorare. Proposte: progettazione, partecipazione, che lavori del basso con i ragazzi della città;
    - Proposte? I cittadini parlano, parlano, ma sono i primi a non saper mantenere un luogo pubblico. Non usano i servizi pubblici (e bhe, non gli do torto) e non fanno 20 cm per gettare una carta. Credo che l’educazione del cittadino va pari passo con il da farsi;
    - Parchi, giardini, piazze, strade, dovrebbero essere pensati per tirar fuori la gente dalle case. Parco della favorita: esiste ma è solo una strada carrabile. Parco dell’Oreto;
    - Riutilizzare aree dismesse a scopo sociale, scartando le proposte delle amministrazioni che continuano solo a lavorare per pochi;
    - Centro commerciale!! Stazione;
    - Spargere il sale sulle vecchie metodologie di lotta e sulle nostre cattive coscienze; riconfigurare nuove metodologie , resistenza e riappropriazione;
    - In uno spazio pubblico dovrebbero esserci i mezzi per rispettarlo. Dovrebbe partire un progetto di educazione al cittadino volto al rispetto del territorio;
    - La mia proposta è pensare a spazi dove non vigono solo regole restrittive per chi possiede animali domestici;
    - Ballarò e tutti i vuoti lasciati dai bombardamenti, restituirli dignità di luogo e non di relitto;
    - Occupare spazi facendo capire cosa è importante fare per la giusta convivenza sociale;
    - Si dovrebbe fare pressione sugli enti e le amministrazioni per cercare di riappropriarci dei luoghi attraverso comitati e rete di associazioni, con proposte di trasformazione e progettazione partecipata. Raccolta firme e pressioni sull’amministrazione;
    - P.zza Giulio Cesare, chiuderla al traffico e consentire una fruizione attiva, oltre ogni logica di esclusiva commercializzazione;
    - Utilizzare l’università come spazio totale per gli studenti al di la dell’utilizzo “didattico”;
    - Il quartiere Roccella-Medaglie D’Oro, abitato da “proletari” (!!!) e studenti ha un vuoto. Non esiste nulla di simile ad uno spazio pubblico!
    - E se il parco della favorita diventasse davvero un parco?
    - Recupero-liberazione, creazione di nuovi spazi. Educazione.

mercoledì 25 agosto 2010

Conversazione tra Arata Isozaki e Ludovico Corrao


Un dialogo sul processo ciclico di distruzione e rinascita. Collasso, rovine e riscostruzione: il ruolo dell’arte, dell’architettura e dell’uomo nella storia della civiltà e dello spazio urbano. Una conversazione tra Ludovico Corrao protagonista del processo di ricostruzione di Gibellina dopo il terremoto del 1968 e Arata Isozaki, autore di un pensiero globale sul ciclo di trasformazione ed estinzione della città, un pensiero che, superando i confini delle discipline ed attraversando piú di mezzo secolo di storia, è capace di generare un discorso universale sulla dissoluzione dello spazio fisico e sull’idea di città come grande immortalità collettiva.

Appuntamento: lunedì 30 agosto 2010, ore 17.00 - Fondazione Orestiadi Gibellina - Baglio di Stefano

(tratto da professionearchitetto.it)

mercoledì 7 luglio 2010

L'Aquila: ricostruzione a suon di manganelli

[foto: l'Unità]

Parte da Roma la "ricostruzione"...ma non di case, spazi sociali, tessuti urbani ed economici, isomma non si ricostruiscono le vite delle persone, bensì le loro teste rotte perchè hanno osato ricordare il loro diritto a vivere nella loro città.



sabato 22 maggio 2010

Oltre gli spazi al LEFT


Alcuni degli interventi per la rigenerazione urbana hanno a che fare con la trasformazione della percezione di un sito. Spesso i luoghi pubblici delle nostre città sono degradati o abbandonati e sono quelli che inducono ad una maggiore riflessione in quanto potenziali luoghi di progetto e quindi di rinascita, ma non si può pensare di intervenire con una semplice striscia di verde o con la piantumazione di qualche albero. Si devono tenere in considerazione non solo processi ecologici o ambientali, ma anche sociali, economici e culturali.

Il video dal titolo OLTRE GLI SPAZI vuole raccontare la crisi degli spazi pubblici, quali piazze, strade, luoghi e "non luoghi" della città, per mezzo di immagini, suoni e rumori, interviste ai cittadini di Palermo ed ai tecnici interessati al tema. Il video tenta di mostrare in che modo oggi gli spazi pubblici vengono vissuti e come vengono percepiti dalla collettività.

La proiezione del video si terrà domenica 30 maggio 2010 al Left di Palermo in via Degli Schioppettieri n. 8 alle ore 17.30.

Immagini ed interviste di Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Montaggio di Enrico Montalbano, assistenti: Salvatore Abruscato, Marcello Blanda, Salvatore Brai e Fausto De Lisi. Musica originale Hatori Yumi - Brusio Netlabel.

A seguire: workshop sulle tematiche relative allo spazio pubblico della città, delle sue dinamiche e trasformazioni, con riferimento particolare alla città di Palermo. Chiunque sia interessato ai problemi e soluzioni della cosa pubblica, alla città e al diritto di viverla e condividerla, è invitato a partecipare.

martedì 18 maggio 2010

La comunicazione di Danilo Dolci

Foto di Salvatore Abruscato
[...] non è possibile comunicare senza impegno sincero non violento, creativo, mentre d’altronde lo sviluppo della creatività richiede effettiva capacità di comunicare, connettere [...]. 

Il comunicare è per Dolci la capacità di prendere iniziative, ampliare i confronti, suscitare autoanalisi con i giovani…diceva che nel combattere per la gente non basta definirsi “condottieri di massa, generosi liberatori del mondo” e che una rivoluzione autentica è quella della comunicazione, che è efficace per noi e per le future generazioni.
Questo era quello che cercava di fare Dolci quando apriva il centro studi a Partinico e questo, forse, cercava di fare anche il piano di sviluppo democratico delle valli del Belice del Carboi e dello Jato, che prevedeva, tra tanti progetti, campus scolastici, spazi per il tempo libero, luoghi di aggregazione.....luoghi dove il comunicare può diventare realtà.
Ma non sempre il lavoro di Dolci è stato compreso, dunque spesso ha dovuto lottare digiunando, manifestando, comunicando quindi, a favore di uno sviluppo consapevole, sincero ed autentico. 

consigli bibliografici:
- D. Dolci, "Comunicare legge per la vita", la nuova Italia, Firenze, 1997.
- M. di Maio, G. Carta, "Il Piano di sviluppo urbanistico delle valli del Belice, del Carboi e dello Jato", Urbanistica n. 56, 1970.

Salvatore Abruscato

lunedì 17 maggio 2010

Planning Territorial Innovation


Giovedì 20 Maggio a partire dalle 9:00, presso l'Aula Caracciolo del Dipartimento di Storia e Progetto dell'Architettura in Corso Vittorio Emanuele 188, avrà luogo il seminario dal titolo "Planning Territorial Innovation". L'evento è promosso dal DiSPA e da MedLab.
Parteciperanno docenti e rappresentanti istituzionali di Palermo e da altre città italiane ed europee (Grecia, Slovenia, Francia).

lunedì 10 maggio 2010

9 maggio

Stormo d'ali contro il sole,
capitombolo nel vuoto.
Desiderio,
erezione,
masturbazione,
orgasmo.
Strade silenziose,
volti rassegnati:
la notte inghiotte la città.

Peppino Impastato

martedì 4 maggio 2010

Riflessioni sulle politiche sul centro storico di Palermo dal 1945 ad oggi (II parte)

Dal 1978 cominciarono i lavori per il Piano programma del centro storico di Palermo, affidati a Giancarlo De Carlo, Umberto Di Cristina, Giuseppe Samonà e Annamaria Sciarpa Borzì. Il piano fu adottato nel 1981; tale strumento si poneva come elemento di contrasto tra le politiche passate (assenti o quasi) ed il nuovo clima culturale volto all’analisi dei valori storico-iconologici e socio-culturali, finalizzata ad un recupero organico del centro antico.. Il piano programma è una variante al Piano regolatore generale, si struttura in contesti omogenei ed attraverso le “schede critiche” fissa le variabili e le invarianti urbane, adottate a tempo indeterminato dal Comune, ma affida alla formazione di piani di recupero triennale il carattere esecutivo; un esempio è il Piano particolareggiato “Castello S. Pietro”(adottato nel 1981 ma mai approvato). Nel definire le modalità d’intervento,il piano rimanda alla Regione “la promulgazione di una legge finanziaria o attuativa speciale per queste opere di immediato intervento”. Esso si pone come strumento conoscitivo e di coordinamento per i vari interventi di recupero da eseguire nel centro storico.

Anche se non potè produrre effetti apprezzabili (tranne alcune realizzazioni di piccole dimensioni urbane) proponeva una riorganizzazione del sistema dei trasporti pubblici e conteneva già alcuni principi ispiratori del “Piano particolareggiato esecutivo del Centro Storico di Palermo” (1993).
Il programma non risultò efficace per fermare l’esodo dal centro degli ultimi 50 anni; la popolazione rilevata nel censimento ISTAT 1991 sulla I circoscrizione (i quattro mandamenti del centro storico) si attestava sui 24.000 abitanti, e il dato confermò il trend negativo ma vi è stato un rallentamento dell’abbandono.Secondo i criteri delle leggi regionali n. 70/76 e n. 71/78 e della legge nazionale n. 457/78, e della consolidata cultura del restauro, fu redatto, da Luigi Benevolo, Italo Insolera e Pier Luigi Cervellati, il piano particolareggiato. Con decreto di approvazione dell’Assessorato al Territorio e dell’Ambiente della Regione Sicilia, del 13 luglio 1993 , entrò in vigore il “Piano particolareggiato del Centro Storico di Palermo”, con l’esclusione delle aree comprese negli strumenti normativi precedenti (il piano particolareggiato Castello S. Pietro per il mandamento Castellammare).

Le norme del P.P.E. fanno riferimento all’unità edilizia che ha una propria individualità storica esistente o recuperabile al fine di perseguire una logica di recupero totale, introducendo tra le modalità d’intervento della legge nazionale n. 457/78 il ripristino, il ripristino tipologico (ri-proposizione tipologica) e quello filologico (ri-proposizione integrale); inoltre, indica le demolizioni senza ricostruzione, da trasformare in spazi di uso comune,e delle superfetazioni non storicizzate.

Il piano asserisce l’importanza del mantenimento delle storiche attività commerciali ed artigianali organizzate nei mercato o nelle vie dei mestieri, delle attrezzature culturali, sociali e scolastiche, religiose, civili, collettive, dei servizi burocratici ed amministrativi.Gli obiettivi del programma sono rivolti: alla difesa del disegno urbano storico; alla valorizzazione del segno urbano della città murata; all’eliminazione della circonvallazione a mare, alla sistemazione della Cala e del fronte a mare del centro storico; alla creazione di un sistema del verde a monte e ri-organizzazione del traffico di passaggio; alla sistemazione del piano del Palazzo delle Aquile; alla tutela dello spazio semirurale del Papireto, unica per tipologia all’interno del perimetro murario; all’integrazione degli spazi inedificati con il sistema degli spazi pubblici; ed infine alla connessione dei manufatti e aree archeologiche all’organismo urbano.

Il piano particolareggiato istituisce un apparato amministrativo con l’Assessorato al Centro Storico, con il compito di gestire e controllare le trasformazioni urbane.

L’emanazione della legge regionale n. 25/93 dichiara la pubblica utilità del recupero del centro storico di Palermo e finanzia lo stesso; inoltre vincola il comune: ad acquisire e recuperare edilizi fortemente degradata, da destinare con particolare riguardo alla residenza; ad acquisire e recuperare edilizia monumentale da destinare a finalità pubbliche; a recuperare edifici le cui caratteristiche richiedano particolari interventi utili a fornire modelli-guida per gli altri operatori; a realizzare reti tecnologiche di sottosuolo ed insiemi organici di spazi aperti; all’approvazione di un programma d’uso del patrimonio comunale del centro storico; ad istituire un parco alloggi pubblico in cui trasferire gli abitanti residenti temporaneamente trasferiti

La legge finanziaria stanzia circa 50 milioni di euro per incentivare il recupero dell’edilizia privata ricadente nel piano particolareggiato, escludendo alcune categorie di contributo, invece, per quelli inseriti in aree soggette ai piani particolareggiati precedenti, il comune, di conseguenza, emana dal 1995 al 1999 4 bandi pubblici per la re-distribuzione dei fondi, tramite graduatorie, della legge regionale n. 25/93. Al fine di agevolare il recupero del centro storico sono stati dimezzati gli oneri di urbanizzazione e i costi di costruzione, sono ammessi al contributo persone fisiche e cooperative (condomini), formatisi ai sensi della legge regionale n. 71/78, ed esclude imprenditori o cooperative edili; il fine è quello d’impedire una facile speculazione oltre che sul valore del suolo anche sui costi di recupero.

L’erogazione del contributo ai beneficiari è subordinata, per i residenti e non che abbiano la piena disponibilità dell’immobile, per i primi ad abitare l’immobile per i successivi dieci anni, per i secondi ad usare personalmente l’immobile secondo le destinazioni d’uso prevista nello strumento urbanistico. Per i beneficiari non residenti e che non abbiano la piena disponibilità dell’immobile grava l’obbligo o di abitare o di mantenere l’immobile in regime di locazione, ai sensi della legge nazionale n. 392/78 sull’equo canone, per i successivi dieci anni dalla fine dei lavori di recupero. Il controllo all’adempimento di tali oneri viene affidata alla facoltà dell’amministrazione comunale; questo quadro normativo indica la particolare attenzione all’aspetto dell’uso e della residenza in linea al recupero socio-demografico del centro antico. Il piano incentiva il recupero dell’edilizia di proprietà privata stanziando circa 50 milioni di euro, e vincola il beneficiario all’utilizzo diretto previa la decadenza del contributo; concede gli stessi contributi anche a cooperative (condomini), formatisi ai sensi della legge regionale n. 71/78, e ne dispone vincoli per l’utilizzo.
Inoltre, esso esplicita che non potranno accedere al contributo imprese o cooperative edili; il fine è quello d’impedire una facile speculazione oltre che sul valore del suolo anche sui costi di recupero; si orientano così politiche pubbliche che ostacolino gli scopi di lucro su un bene primario, qual è la casa.